High Tech Soul:
The Creation of Techno Music - by Gary Bredow - Plexifilm, 2006
C'è da chiedersi perché si siano dovuti attendere così tanti anni per produrre un documentario che racconti la storia del periodo più significativo per la dance degli ultimi venti anni; non che la musica Techno sia più importante di altro ma data la sua ampia evoluzione e diffusione, mutazione in altre forme è bene accolto un documento video che riparte dall'istante da molti considerato un punto zero.
Qui si mette in scena l'impostazione del marchio Techno; probabilmente con un po' più di devozione e orientamento dance ci sarebbero arrivati anche The Future \ Human league? Non si può dire, comunque sarebbe stato tutto diverso. Detroit e Sheffield due città industriali, a Detroit e Sheffield soprattutto si incarna il suono dei Kraftwerk. A Sheffield però non c'era il funk, prima della Techno nei due continenti esistevano da un lato il synth pop, dall'altro l'electro.
Si racconta tutto in un documentario di 64 minuti, essenzialmente costruito sulla base di parti di interviste, mostrando come a Detroit nella prima metà degli anni '80 avvenga un rimescolamento delle carte. E' però del tutto trasparente l'influenza tanto del funk che lì aveva solide radici quanto del synth pop europeo. Presenti anche brevi frammenti di intervista al dj di Electrifyng Mojo, la trasmissione radiofonica che fece dell'eclettismo la propria politica, influenzando i propri ascoltatori e introducendo loro un suono variegato che frullava musiche provenienti da entrambe le sponde dell'Atlantico.
Nell'introduzione del documento si da ampio spazio alla presentazione di Detroit, il degrado urbano e lo spopolamento, la città sovradimensionata che lascia enormi spazi in eredità a chi la abita. Uno storico ci accompagna nella storia della città, stabilendo parallelismi tra le sorti di Detroit nella seconda metà del precedente secolo e la nascita della Techno. Una città dove l'effetto dell'americanizzazione si sente più che altrove. Nei contenuti extra l'intervista è inserita per esteso, dato il taglio accademico avrebbe appesantito la fruizione del dvd che presenta sostanzialmente l'aspetto musicale.
Un racconto della Techno che tende a ricostruire tutto quel che già è stato scritto (e recensito....); leggendo "Generazione ballo sballo" di Arcana c'è tutto e pure molto altro. Qui i personaggi però vivono, li vedi neri come il carbone e dai loro occhi traspare la passione che solo il popolo nero americano, con il desiderio continuo di riscatto, poteva infondere nei nuovi ritmi che hanno ridato vita alla dance. E' un riprendersi ciò che spetta al popolo afroamericano; sebbene Hatwin, aka Plastikman, sia più volte ripreso appare chiaro, anche da dichiarazioni dei protagonisti più "veraci", che non gode di molta simpatia seppur vi sia rispetto per quell'uomo "bianco" che ha portato la Techno dove il calore nero e il funk non avrebbero potuto trovare dimora, ovvero nei gelidi cuori teutonici in cui la Techno scorre dritta come una stalattite di ghiaccio e si fa più mentale. E' ben evidente il fastidio provato per queste sottrazioni di creatività, la Techno non è il primo caso in cui si derubano gli afroamericani di una forma espressiva per tradurla nell'atto ludico, edonistico, commerciale che caraterizza il destino delle forme artistiche digerite da coloro che a quella cultura non appartengono. Il titolo stesso "High Tech Soul" sottolinea la matrice sonora di ciò che in Europa perde calore, si linearizza, diviene mentale fino alle estremizzazioni incorporee dell'IDM, come se Aphex Twin fosse un professore universitario mentre a Detroit c'erano solo braccia per le prove di laboratorio.
Si diceva della seconda ondata di Techno detroitiana, il dvd scava troppo poco in questo sprofondare nell'underground dando un alone celebrativo all'impianto dell'opera che ruota sostanzialmente attorno a Atkins \ May \ Saundeson. E' meritevole che May, riportando di un suo viaggio in Italia, dichiari che Underground Resistance sembrasse da noi un oggetto di culto.
Una ulteriore lezione su cosa sia la musica oggi la offre Derrick May quando definisce la musica "public domain": quando si crea musica, una forma artistica, è tua ma quando l'hai fatto non lo è più, è di dominio pubblico, intendendo con questo che si ignora il contributo che altri, inclusi i servizi, offrono per portarla in giro per il globo.
Gli extra inclusi terminano in una ventina di minuti; consitono di parti di interviste escluse dal documento principale. Nelle parti tagliate anche una evidente scarsa simpatia per musicisti bianchi quali Moby, Paul Oakenfold e Hawtin.
Tra i principali artisti intervistati: Juan Atkins, Derrick May, Kevin Saunderson, Eddie Flashin' Fowlkes, Carl Craig, Jeff Mills, John Acquaviva, Carl Cox, Blake Baxter, Richie Hawtin, Stacey Pullen, Kenny Larkin, Thomas Barnett, Matthew Dear, Anthony 'Shake' Shakir, Keith Tucker, Scan 7, Electrifying Mojo, Niko Marks, Delano Smith.
Disponibile nel formato NTSC, con l'opzione dei sottotitoli in inglese e tedesco.
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