La nascita dell'Electronic Dance Music: Techno - Cap. 3 \ P.te 3

A Detroit, verso la fine degli anni '70, il giovane Juan Atkins si somministra dosi di "Electrifyng Mojo", un radio-dj molto eclettico, in un programma condotto dal 1977 all'85, subendone notevole influenza. Oltre alla normale programmazione a base di funk, r'n'b, si inserivano nella cultura nera i suoni europei di Kraftwerk, Visage, Human League, Tangerine Dream, Devo.

Juan Atkins

Parlare delle origini Kraftwerkiane della Techno sembra diventato un luogo comune, io ridurrei il fenomeno ad una fase di passaggio obbligato, personalmente trovo utile ripartire da quell'embrione tedesco quando si parla di electro, di traduzione dell'avanguardia in ambito pop, infatti oggi nella Techno molto meno si trova, spesso assolutamente nulla, del suono Kraftwerk mentre tanto si può ritrovarne in ciò che chiamiamo electro oppure si può riconsiderare il fenomeno techno e considerare la prima fase di Detroit come un'incubatrice di quel che arriverà dopo. Per superare etichette e convenzioni, ora che se ne può avere una visione ventennale, si può più chiaramente analizzare l'Electronic Dance Music in tutta la sua ampiezza, il tributo dovuto alla disco anni '70, poi gli sviluppi dell'House di Chicago, dove l'uso delle drum machine rivoluziona l'ambito della musica da ballo. Pure importanti per quel che intendiamo sono anche i tasselli successivi, la muscolosità dei Front 242 e la diffusione successiva in Belgio dei suoi tratti più estremi quando, superato il punto di fuga, degenererà verso l'attacco di panico 'Ardkore. Ecco quindi che i Kraftwerk acquisiscono così non più una figura di padri ma di tappa intermedia, un ingrediente, certamente il valore di un Gran Premio della Montagna di suoni elettronici ma in un Tour de Force, lungo quasi un secolo, di tentativi di inserire suoni generati da strumenti non tradizionali, rumore e voglia di ballare.

Non sono mai sottolineate a sufficienza le coordinate che individuano anche chi si mosse in aree dismesse del suono industriale dell'Inghilterra anni '70, la storia musicale deve essere sempre intesa non in modo lineare, meglio la rappresentazione della struttura a rete per le numerose connessioni di generi che hanno sviluppi diversi e continue connessioni. Techno e gli innesti con la cultura industriale, Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire, l'uso di suoni a supporto di una teoria che sottolinea la dicotomia uomo\macchina, musica basata su suoni che costruiscono tessiture che si sovrappongono alla realtà, dipingendola di nuovi significati, l'uso della tecnologia con finalità artistiche ed espressive, incluso il rumore, frammenti registrati che passano dalla tecnologia del nastro all'introduzione rivoluzionaria del campionamento digitale. Il carattere industriale di città come Detroit e Sheffield ha impresso nel codice culturale di alcuni abitanti l'ossessione dei ritmi meccanici e martellanti dell'industria manifatturiera. Un po' come pensare che la capitale 'Ardkore, Rotterdam, riflette i bisogni di svago di vite vissute in angoli malfamati, in mezzo a gru e containers.

Non va dimenticato però che la dance elettronica americana sbarca tardi in Europa, quindi le influenze reciproche hanno avuto tempi diversi per manifestarsi.

Molta teoria, ora un po' di storia.

Altro genere, altra influenza, i Parliament di George Clinton, il funk immaginario di Funkadelic, ciò che Atkins associa a Kraftwerk come ingredienti paritari alla base del suo e altri progetti ma di funk si tratta, quindi solo un altro ingrediente del suono Techno-logico come oggi lo intendiamo.

Atkins prima si unisce al veterano del Vietnam Richard Davies, nei Cybotron, per dar vita a brani classici, "Alleys of your mind", nell'81, passando poi per "Clear" e "Techno city", ed è già l'84. "The roots of techno" del '94 raccoglie gli episodi migliori e storici del duo, è evidente l'influenza del suono sintetico tedesco e inglese che Atkins aveva integrato nella cultura afroamericana.

A metà anni '80 Atkins procede con i due ex-compagni di college a dar voce a questo bisogno di integrazione musicale con la tecnologia, lui continuerà come Model 500 e la sua etichetta Metroplex, Derrick May anche come Rhythm is Rhythm, con la sua Transmat, e Kevin Saunderson su KMS.

Dei Model 500 si dovrebbe ascoltare "Classics" del '93, il punto di arrivo di quella elaborata concezione, ponte costruito sopra un decennio, prevale sempre comunque una matrice electro, con elementi di jazz, l'influenza kraftwerk pare un morbo inguaribile.

Si distanzia del tutto Derrick May, l'uomo che della prima Techno\Electro\jazz ne fa un prodotto raffinato, tanto raffinato da comprimere la sua opera, consegnata al futuro, in 5 anni, la sua parabola da produttore condensata in "Innovator", il meglio della sua ricerca (su R&S del '98). Lascerà il testimone all'allievo Carl Craig, elemento di spicca della Detroit di seconda generazione, continuando a far convivere l'aspetto tecnologico e mentale con quello umano.

Derrick May

Altrettanto interessante la produzione di Saunderson ma in ritardo rispetto ad Atkins, eserciterà comunque un'influenza, anche a nome Reese. La produzione successiva si sovrappone a ciò che negli anni '90 non permette più di focalizzare l'attenzione su di lui. Tra fine '80 e inizio '90, un simbolo, raccolto su "Faces and Phases" su Planet E del '98.

Kevin Saunderson

Quella anni '80 io la definirei Proto-Techno, si tende a connettere il suono attuale della pulsazione mentale di casse in 4\4, a diverse velocità, Techno è innanzitutto una definizione, un marchio che si attribuisce al genere nell'88, anche se compare in contesti e titoli di brani e citazioni precedenti ma inconsapevolmente. Quella "Techno" anni '80 è riconducibile invece a un suono che evolve da un contesto Electro, sempre più influenzato dal battere regolare e più diffuso dell'House di Chicago, dalla riduzione ritmica operata da Giorgio Moroder che adatta i modi Funk della Disco nera secondo canoni digeribili ad un pubblico europeo.

Limitarsi alla citazione dei tre di Belleville sembra riduttivo, del resto volendo trattare l'argomento Techno di seconda generazione si deve tornare agli anni '80, verso la fine del decennio cominciano a muoversi i personaggi di spicco del periodo successivo, coloro che finalmente rielaborano questo abbozzo electro-tecnologico-mentale del primo periodo, per celebrare la colonna sonora del nuovo secolo.

Si tratterà altrove quindi il fenomeno Acid House, i primi raves e chi da questo e altre influenze, incluso il jazz, darà vita a ibridi difficilmente classificabili, 808 State tra questi, per poi differenziarsi in ciò che sarà sempre meno inquadrabile, anche in un infelice quanto indefinito genere IDM, per chi è più propenso alla poltrona che alla sala da ballo.

Del transito di quelle sonorità americane in territorio europeo se ne occupò l'inglese Neil Rushton, la sua ossessione con sonorità nuove americane, prima con l'House, poi il bisogno di averne di più porterà a stabilire contatti con i tre di Belleville, con essi il Detroit sound tecnologico sbarca in Europa. Con la sua compilation " Techno! The New Dance Sound Of Detroit " dell'88 si utilizzerà un nome per quel genere.

La principale distinzione tra musica House e Techno è proprio nelle modalità di produzione, per la Techno il suono si distanzia in modo maggiore dalla tonalità, infatti non si rende necessaria la presenza di linee melodiche ed il suono è libero di presentarsi in tutto lo spettro acustico, senza intervalli tipici delle scale musicali. Questo per i generi a maggior contenuto sperimentale, la Techno si presterà anche per versioni dove la melodia prende il sopravvento, fino a degenerare nella banalità della dance commerciale dove la semplicità delle strutture ritmiche e melodiche la rendono simile ad una somministrazione pubblica e forzata di "acqua e zucchero". Questi aspetti dell'elettronica sono quelli che in questa "Opera Omnia" con epicentro nel Piano Padano, non verranno presi in considerazione.

Il desiderio di fuga che caratterizza una cultura nera oppressa si riflette anche nella Techno Detroitiana, ben evidente negli anni '90 con l'immaginario ricco di Underground Resistance, il suo misticismo, sci-fi, militanza, guerrieri di origini interplanetarie, il mondo acquatico di Drexciya.

A cavallo degli anni '90 la techno cambia direzione sotto la spinta di una sua riduzione alla struttura ossea che la compone, il lavoro e le intuizioni di Jeff Mills a Detroit e Joey Beltram a New York imprimono un'accelerazione verso l'intensità che caratterizza quel suono, anche in tempi attuali, emerge poi la cultura dei raves e l'inizio della suddivisione in una moltitudine di stili. Questo è l'oggetto dei capitoli successivi.

Electryfing Mojo
Juan Atkins
Derrick May
Kevin Saunderson

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