Titolo: Traveller e Raver – Racconti orali dei nomadi della nuova era di Richard Lowe e William Shaw - Edizione: Shake Edizioni Underground, pagg. 192 -14,00€
Reviewed by Gilly Sephira
Il giornalista Lowe e lo scrittore Shaw contribuiscono a creare un ulteriore tassello vivo di testimonianza di una controcultura di cui Drexkode.net ha già trattato vario materiale tra cui La tesi di Xphone ed Atti insensati di bellezza).
L'edizione italiana aggiunge al titolo originale (Travellers. Voices of the New Age Nomads) degli elementi che rendono più espliciti contenuto e struttura dell'opera.
Il tutto è preceduto da un'introduzione a cura di Gomma, che illustra alcuni elementi del Criminal Justice Bill, un testo di legge approvato dal governo inglese volto alla dura repressione di manifestazioni di aggregazione controculturali. (Anche in questo caso si veda il relativo photoreport).
La struttura è semplice e chiara e prende in considerazione trascrizioni di testimonianze personali di individui che hanno vissuto nel periodo di sviluppo della controcultura nomade. Ogni racconto è preceduto da brevi introduzioni a cura degli autori, per introdurre l'esperienza diretta riportata.
Altro punto cardine che divide il libro in cinque parti è il cambiamento di approccio, non solo nei confronti dei festival, della musica etc., ma anche per quanto riguarda il rapporto con la natura e con sé stessi.
A circa metà opera si trova un inserto di 32 pagine contenente fotografie dei primi festival negli anni ‘80 e ‘90, copie di flyer e manifesti, accampamenti, veicoli etc. , molte delle quali appartenenti ad Alan “Tash” Lodge.
Si parte da un'idilliaca atmosfera incantata, visioni di magic mushroom che si condensano entrando anche in questo piano di realtà. Il contatto con la natura e le sue fasi, radici che affondano nel folklore dei suoni tradizionali, nella psichedelia e festival in cui l'energia di unione tocca livelli inesistenti nella stretta routine cittadina.
Esempi mirabolanti sono i ritrovi a Stonenghe in occasione dei solstizi e di quelle che una volta erano feste all'insegna di libertà, pace, natura, raccolto etc.
Racconti di “case su quattro ruote”, campi di teepee proprio come quelli dei nativi americani, bender, roulotte, autobus, carretti Ottocentesci in stile gitano.
L'autosufficienza nell'allevamento di animali come capre e spesso e volentieri tramite il commercio di rottami e rifiuti; l'impegno anche in campagne naturalistiche come quella antinucleare di Greenham Common.
La magia comincia a tramutarsi in qualcosa di diverso dal 1985 in poi dopo la famosa “battaglia di Beanfield”, ovvero l'ultimo festival che avrebbe visto il suolo di Stonenghe.
Lo Stato comincia ad emanare leggi volte all'”esilio culturale” dei traveller e come se non bastasse il tutto comincia a modificarsi, dividersi, scontrarsi.
Si nota un divario tra il traveller originario e il prodotto della nuova ondata, la figura del raver, la brew crew, la nuova musica, il distacco da un approccio più spirituale, le droghe sintetiche e il relativo spaccio/abuso. Tutte cose viste in malo modo dalla generazione precedente.
Dalle testimonianze emerge un'ulteriore svolta rappresentata dal gigantesco rave di Castlemorton del 1992, organizzato dagli Spiral Tribe, una delle crew più attive e conosciute della scena rave.
Questo libro delinea la storia di un mondo e di un movimento nei momenti in cui tutto ancora era vitale e aveva un buon fondamento di ideali e soprattutto si basa su racconti di persone che hanno calcato il suolo della terra in cui tutto questo è nato.
Traveller e Raver permette di riportare alla luce ideali e pratiche che sono andate progressivamente scemando, purtroppo a “favore” di un aspetto più edonistico.