Graphic Version 1.0 by Gilly Sephira - 2008

SCENA INDUSTRIALE ITALIANA: LOMBARDIA

L’inizio della scena industriale italiana a Milano può considerarsi ad opera di Maurizio Bianchi che, prima con una vasta esperienza di giornalista musicale, aprì gli occhi e le orecchie della gente sulle musiche possibili. I suoi articoli erano un concentrato visionario e surreale di sensazioni promanate dalla musica che descriveva, sempre più ermetici ed affascinanti, autentici esercizi di letteratura industriale, mai manierati. Tutto ciò non gli bastava più.
Si mise quindi a trafficare con strumenti, tape e registratori e produsse moltissimi nastri, dischi e brani apparsi in raccolte di mezzo mondo. M.B. con un’ultima drastica azione, ha dato un calcio a tutto entrando a far parte dei Testimoni di Geova! Non scherzo, giuro!

A Milano opera anche una delle più valide etichette internazionali.
L’ADN, nata quasi per gioco come ‘zine, ad opera di Marco Veronesi e Alberto Crosta, si è via via sviluppata producendo cassette di vari gruppi ed individui italiani e non, compilation e , negli ultimi due anni producendo dischi [F.A.R., TASADAY, SINIGAGLIA, KUBISCH]. ADN organizza anche concerti ed ha una distribuzione vastissima, vi perderete nel retrobottega di orologiaio di Marco.
ADN è divenuta da poco la sezione italiana della Reccomended Records.

Parallela alla crescita di ADN vi è quella del gruppo monzese DIE FORM e della filiazione più intransigente NULLA IPERREALE.
I DIE FORM all’inizio producevano un suono vicino a certe cose di Pop Group, Pere Ubu, gruppi newyorkese mischiati a rumori, metal e solevano farsi accompagnare dal gruppo di performer ORGASMO NEGATO. Il tutto era condito da proclami e comunicati vicini ai nuovi filosofi come Baudrillard, Foucault, Lyotard, Perniola. Ora agiscono con il nome di TASADAY e, come amano affermare con le loro parole ricche di onestà e di chiarezza “…intendiamo documentare e diffondere un’espressione sonora che non vuole essere, almeno per quanto ci riguarda, né alternativa o avanguardistica, ma semplicemente sincera e coraggiosa”.

Un altro vecchio e tutelare della musica industriale è Enrico Piva, persona schiva ma che ci ha donato opere innovative.

Passando alle “zone di confine”, abbiamo sperimentatori e performer che agiscono accanto a quelli che sono riferimenti “colti”; due nomi su tutti Riccardo Sinigaglia e Cristina Kubisch, che è di Brema, ma da ormai 15 anni vive ed opera a Milano.

Doveroso è citare Nicola Frangine, uno dei grandi della mail-art e performer; ha prodotto per la sua ARMADIO E OFFICINA due raccolte sulle quali è intervenuto su brani o basi inviategli da vari artisti. Operazioni del genere proliferano è vero, ma dovreste sentirne gli indicibili e significativi risultati.

Tra i gruppi più o meno recenti i SIGILLUM S, il cui lavoro è strettamente collegato a tensioni esoteriche, i BRAIN DISCIPLINE che attendo a prove più consistenti [da loro mi aspetto molto], le OFFICINE SCHWARTZ del simpatico Osvaldo, un cross-over di industriale e ritmiche molto piacevoli vicine al cabaret, molta ironia e spontaneità; i LA 1919 molto vari ed incisivi, da ascoltare il loro recente disco su ADN “Ars srA”; NEGATIV PERSON, il nome dice tutto, da rispettare, è forse l’epigono più valido [con i romani Lyke Wake] di M.B. Nuovissimo è invece Xy.M.Nx. [Chicco Longo] grazie ai brani su Extremity Exhibition della T.F. ; da citare ancora gli insoliti 2 + 2 = 5 che mentre nei loro dischi fanno un’elettronica buona ed intelligente, ma canonica, nelle industrial compilation offrono brani giganti; ascoltateli in “The Crowd” su THE STORM OF THE FASHION della Sicktone.

Ultimi, ma certamente molto importanti sono Angela e Roberto del Collettivo Amen. Rimanendo fedeli al loro progetto multimediale divulgano ed appoggiano azioni che altrimenti non troverebbero voce; recentemente THE TAPES ed il secondo e splendido LP dei F.A.R..

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