Punk! di Federico Guglielmi - Giunti ed. , 2007 - 266 pag. 19,50€

Per questa pubblicazione sul Punk la casa editrice Giunti, da tempo in posizione di dominio per i "reference book" musicali, riprende la formula dell'enciclopedia illustrata, seguendo una rigida divisione temporale, geografica, discografica, condita da un'ottima dotazione di immagini.

Si guidano i lettori lungo gli anni della covata protopunk fino alla sua rapida fine, individuata attorno all'anno '78.

L'autore è Federico Guglielmi il quale tra alcuni anni compirà mezzo secolo. Egli è già stato curatore della mini enciclopedia Giunti sul Punk \ Hardcore e di altre uscite per la stessa casa editrice e vanta un'ampia competenza per esperienza diretta e per aver coltivato da critico musicale l'interesse e la passione che lo hanno portato a scrivere sulle principali riviste musicali delle nostre edicole.

Parte dell'introduzione è una sintesi della sintesi di "England's dreaming" di Savage, il restante è già stato parzialmente raccontato, con la differenza che qui ci sono protagonismo, passione ed ancora la delizia per gli occhi della mole fotografica.

A mio parere, dopo l'entusiasmo iniziale di questa succosa e ben illustrata edizione e prima delle 100 pagine, potrebbe sorgere un senso di stanchezza per quell'eccesso, quasi maniacale, di nomi, cognomi, parentele, legami, oltre che titoli, edizioni, annate, locali ed etichette, a cui si aggiunge alla fine di ogni capitolo una preziosa discografia, ottima guida. Insomma, non certo un musicologo, nemmeno un critico\scrittore come Bangs, a volte pare un collezionista a cui sono stati posti tempi precisi ed una limitazione nel numero dei caratteri.

L'impatto visuale è certamente degno della ventina di euro da sborsare, per la consultazione una panacea, meno per la scorrevolezza; un po' meno titoli e un po' più di racconto avrebbero giovato. Manca invece un approfondimento su ciò che furono il punk, l'impatto sociale, situazioni di contorno; ha certamente un'impostazione più da cultore del rock deviato e del chaos primigenio che scava nelle fondamenta di una sottocultura giovanile.

Storia di una generazione, con la metà dello spazio dedicato al punk americano. Avendo limitato gli anni, tanto da escludere del tutto il punk hardcore, se non nelle citazioni a chiusura di alcuni capitoli, l'attenzione è fondamentalmente concentrata sui paesi anglofoni; solo successivamente il punk ha potuto diffondersi altrove in misura considerevole. Poco approfondito quindi ogni elemento successivo relativo alla vasta diffusione di pratiche di autogestione, l'ampia presenza di fanzine, la solida base costituita da etichette indipendenti. Deve essere chiaro che qui Guglielmi del Punk ha trattato unicamente le origini.

Da gustare dopo un download bulimico di queste perline di cui è denso. La suddivisione per "nazioni punk" e città permette un dosaggio meno caotico per chi volesse addentrarsi in questo mondo, ma gli attribuisce un senso di opera a compartimenti stagni. Se non altro Guglielmi fa tornare la voglia di esplorare un altro po' di quel che ci si è persi del r'n'r catarroso di metà Seventies. Scordatevi di trovare riferimenti agli anarco punk della Crass Records, qui si citano piuttosto Patti Smith, Television e il pub rock ed ovviamente Avengers, Crime, Damned, ecc.

A chiudere entra in scena anche l'Europa, ma, avendo deciso Guglielmi e/o i vertici aziendali di far terminare tutto nel '78, si rompe la lampadina che nel continente si era appena accesa, per dare poi il meglio di sé almeno fino all'84, ma questa è un'altra delle possibili storie. Giunti è avvisata.

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