... continua capitolo terzo

3.3 MUTOID WASTE COMPANY

Figura 19 spettacolo e paesaggio della mutoid waste company

Dal 1990, questo stravagante "collettivo artistico" ha fatto di Sant'Arcangelo di Romagna la sua base operativa. Qui vengono ideate e sviluppate le sculture, le installazioni e le "live-performance" che verranno poi mostrate al pubblico nel circuito legale e illegale (durante i rave o nei centri sociali). La "Mutoid Waste Company" è la più antica comune artistica dal cuore errante che sia stata registrata nel territorio ma altri nomi e gruppi autoctoni si stanno aggiungendo nel novero dei performers italiani. Ho riportato un brano che descrive lo stile di vita nomade dei Mutoids, che ricalca il modo delle tribes di techno travellers della nuova era.

"Arrivati a Sant'Arcangelo di Romagna non è difficile trovarli. Si deve abbandonare il paese antico, costeggiare lo stadio nuovo, superare poderi e villette, e in fondo ad una radura sterrata appaiono i loro minacciosi guardiani di ferro e piombo, con braccia di marmitte arrugginite e gambe di tubi di scappamento. Superata la "porta dei leoni" ci si trova in mezzo a una distesa di camion e roulottes, immersi in cumuli di ferraglie, panni stesi ad asciugare, e cani neri che danno il benvenuto ululando. Nel mezzo del campo, in una baracca di lamiera, con i cavi attaccati in modo improvvisato, ci sono il telefono e il fax. Quando uno dei due squilla, un campanaccio ne rimanda il segnale tutto intorno, cosicché alla fine, dopo una lunga serie di chiamate, qualcuno si decide ad uscire correndo dalla roulotte per alzare la cornetta. Da un capannone col tetto sfondato arriva il ronzio di una sega elettrica e il frastuono di una saldatrice: i Mutoids sono all'opera. Sventrano auto abbandonate, raccolgono carcasse di pneumatici, fondono alluminio e rifiuti industriali, mentre l'odore acre delle saldature si sparge nell'aria, e immense sculture nascono con i residui che circondano la città".(De Luca,1996)

Artisti visivi ed errabondi legati al mondo dei rave party, i Mutoids hanno creste colorate e abbigliamento di origine dichiaratamente punk. Delle tribù migranti condividono la vita senza fissa dimora, lo spirito del clan, e le difficoltà, ogni volta, di trovare un luogo dove piazzare camion e sculture, tra la diffidenza della gente. Zingari metropolitani i Mutoids, quando non lavorano il ferro, organizzano feste rave nelle periferie urbane, in una commistione di suoni e forme rigidamente underground. Quegli stessi luoghi dove raccolgono il materiale fatto di pezzi di deriva urbana con i quali formano le loro sculture. Come i loro amici Spiral Tribe i Mutoids hanno dovuto abbandonare l'Inghilterra dove la massiccia repressione contro ogni tipo di nomadismo e di festival spontanei li aveva messi al bando. In Italia però hanno trovato terreno fertile tanto che le loro opere evocatrici di lugubri spettri di archeologia modernista adesso adornano diverse discoteche e fanno da sfondo alla loro attività di travellers della musica.

I Mutoids si professano senza padri e senza radici, assicurano che il loro modo di vivere è bello nonostante lo stupore degli increduli. Sono nati a Londra nel 1985 e vengono più o meno tutti dalla scena del punk londinese. Hanno incominciato a fare teatro da strada, e delle sculture utilizzando materiale di recupero. La loro idea consiste nel far rivivere quello che gli altri buttano via, che siano pezzi di ferro da riplasmare o luoghi da far tornare a vivere, come le zone abbandonate dove nessuno abita più da tanto tempo, e dove invece è possibile ricreare spazi, atmosfere, relazioni.

Non tutti i Mutoids sono emigrati. Buona parte del gruppo, vive ancora in Inghilterra, spostandosi di accampamento in accampamento. Le persone che fanno parte del gruppo non sono tuttora le stesse, nel giro di cinque anni hanno gravitato nei M.W.C. circa 60 persone. Attualmente sono un gruppo di 8-20 persone . Ogni volta che si spostano conoscono qualcuno che molto probabilmente continua il tour con loro.

Ho voluto mettere in luce l'attività dei Mutoids perché è poliedrica, ed è testimonianza di una cultura emergente, sotterranea, che mischia generi e umori, spesso affascinata da tutto ciò che è giudicato mostruoso, buio e alieno dalla morale comune. Accanto alle sculture, nei loro camion, i Mutoids si portano dietro alcuni sound systems, che possono montare e smontare dove vogliono, così, quando li chiamano, organizzano dei piccoli villaggi globali in cui c'è chi suona rock, chi fa la techno, mentre alcuni Mutoids sono specializzati in un tipo di musica molto particolare i cui strumenti sono dei bidoni vuoti di metallo. Vendono le sculture ai negozi, alle discoteche, ma il loro circuito musicale è un altro: è quello legato ai centri sociali e ai raves, dove la gente balla in mezzo ai loro mostri.

I mutoids sono praticamente sempre in tour. In Inghilterra non vivono in nessun posto fisso. Girano in continuazione con la loro carovana. Ogni tanto a Londra occupano degli edifici vuoti, che utilizzano per i loro shows e per viverci. Finito lo show si spostano nuovamente. Per i Mutoids il viaggio è la vita, sono collegati all'esperienza rave, sono cantori suburbani di desolazioni metropolitane e fughe tecnologiche, hanno lasciato l'Inghilterra nel 1990, quattro anni prima che la Thatcher con il CJA mettesse fuorilegge le feste rave e reprimesse duramente i travellers della musica. I Mutoids di Sant'Arcangelo hanno comunque deposto le armi. I loro mostri a sette braccia, con corpi di residui catalitici e le anime di lamiera, sono ormai quotati sul mercato e così i loro happenings, che si svolgono in locali ben organizzati e con tutti i permessi a posto. Schiavi comunque d'un cuore errante i Mutoids riprenderanno il cammino verso altre geografie, non si fermeranno ai locali, continuando a raccogliere lungo la strada i rifiuti senza fine della deriva metropolitana.

Non solo hanno assorbito a fondo la modernità, ma, addirittura, i Mutoid Waste Company si sentono già mutati: fisicamente, psichicamente e, di conseguenza, nel loro comportamento. Sono una tribù di creativi riciclatori, sono predicatori urbani mutanti, nomadi, per scelta: sono esempi viventi della "junk modernity". Meccanici artisti e artisti meccanici, per mezzo della mutazione del mondo circostante cambiano l'ambiente dove vivono. Scultura, musica e ritmi tribali, gente selvaggia, predicatori, performer e pazzi ispirati. Per finanziare i loro tours non hanno grosse spese, a parte i costi di benzina e gli attrezzi da lavoro che cercano di coprire vendendo birra oppure organizzando raves a pagamento. E quando non sono in tour si finanziano costruendo su ordinazione sedie e tavoli, oppure vendendo le sculture ai club, compagnie cinematografiche e a volte a qualcuno che deve produrre videoclip.

E in un vecchio trattore inutilizzato si è sistemato Reverend Mutant Preacher King Mutoid Obi alias Joe Rush che riferisce sulla mutazione. La lezione è questa: "Necessità del cambiamento". Per la maggioranza il bus è niente più che un mezzo di trasporto a poco prezzo, ma per i M.W.C. il bus è il nocciolo della loro filosofia, dove si vede combinata la doppia funzione di mutazione e mobilità.

La M.W.C. crea un'avvincente provocazione, una variopinta mutazione di ambiente. Il road-show si parcheggia in vecchi supermarket, cantieri in rovina, vecchi hangar per bus, parcheggi inutilizzati ecc. Questa loro mobilità consente alla Company di disporre sempre nuovi spazi e di occupare dei posti che altre persone non potrebbero usare, ma che loro, mutati alla vita della wasteland , adoperano. E la loro mobilità parla per loro stessi: la mutazione è una faccenda complessa. Joe cerca di spiegare la sua filosofia:

"Uomini e cose devono mutare fisicamente e i cambiamenti in un disastro o una post-apocalisse devono essere profondi se si vuole sopravvivere." (Intervista a Joe Rush, tratta da decoder #6 )

Un bus può essere un appartamento o diventare un atelier e i rottami possono essere fonte di sostentamento e ci si può guadagnare vendendoli, oppure essere dei pezzi di ricambio indispensabili o, ancora, sono buoni per fare delle sculture. Un bus può esser dipinto o decorato, in modo che esso stesso diventi un pezzo d'arte e se un bus non può essere lavorato se ne possono ricavare dei pezzi che possono essere utilizzati per altre macchine.

"Noi viviamo per questa idea della mutazione dei nostri veicoli e della nostra arte,"

dice Joe,

"l'idea è di rappresentare sempre qualcosa di originale e di lasciarsi trasformare, niente è finito per sempre e la natura delle cose commerciabili è solo pattume: se tu non riesci a lavorare ed a intervenire sopra queste cose avrai solo pattume" (Intervista a Joe Rush, tratta da decoder #6)

La filosofia della mutazione si può rapportare agli uomini e alle cose e soprattutto al mio oggetto di studio: i raves.

"Di questi tempi" dice Joe, "ognuno ha la sua mutazione in se stesso ed essa corrisponderà ai suoi bisogni e al suo lavoro". (Intervista a Joe Rush, tratta da decoder#6)

I M.W.C. hanno dimostrato praticamente che la loro filosofia funziona. In qualche loro manifestazione sembra di riconoscere gli ultimi resti degli hippies anni Sessanta, ma loro sono suscettibili a ogni paragone. Sbaglia chi crede che la Company sia in ferie permanenti. I Mutoid sono un gruppo di lavoro che si dedica alle sue speciali attività con abbastanza impegno da riuscire ad autofinanziarsi. Al contrario degli hippies, loro pensano che non è sufficiente sentirsi alternativi "felici" separati dalla società. Credono nel duro lavoro, anche se la vita nella scala dei valori viene prima del lavoro, e non hanno interesse in tutto ciò che non è compreso nella loro ortodossa ideologia. Ma non credono nemmeno che il loro stile di vita sia una risposta alla crisi in cui è piombato tutto il mondo industriale qui all'Ovest.

Ciò che dicono è che bisogna mutare e lasciarsi mutare. Molte persone che non sono in condizione di affittarsi una casa o di separasi dai propri genitori trovano molto attraente la happy-go-lukky e vengono affascinati dallo stile di vita dei Mutoids, nonostante la mancanza di comfort come la vasca da bagno, elettricità e televisione. A differenza degli altri travellers, i M.W.C hanno meno problemi per far circolare i loro grossi automezzi, perché hanno uno speciale permesso come quello del circo. La loro musica è suonata su strumenti a percussione che hanno realizzato personalmente. E' una musica industriale, quasi un blues da rotaia mischiato con gospel di Neanderthal.

I mutoids non si sentono un gruppo politico, sono completamente coscienti di una scelta, cioè di non essere più politici. Al di fuori di questo pensano che il modo in cui stanno vivendo è una chiara espressione delle loro scelte.

"E' veramente così, il mondo nel quale viviamo sta andando in rovina. Noi esseri umani non possiamo cambiare più niente attraverso la politica. Così cerchiamo, per il tempo che ancora ci rimane, di divertirci il più possibile". (Intervista a Joe Rush, tratta da decoder #6 )

"Io avevo iniziato ad andare al campo dei Mutoid nei primi anni novanta, forse nel '91, però erano stati chiamati per fare uno spettacolo all'interno del festival di teatro che fanno tutti gli anni, e gli avevano dato questa cava per stare lì, preparare lo spettacolo, le sculture, con un officina gigantesca, e quindi va beh; io conosco loro, a livello che li avevo già sentiti nominare quando ero andata in Inghilterra però non l'avevo mai visto. Avevo letto degli articoli, delle cose, fotografie, e mi sembravano della gente pazzesca, capito?

Arrivo lì e in effetti lo spettacolo è stupendo, eccetera. In effetti poi li conosco e sto lì un po' con loro, quell'anno lì, nel frattempo, lo stesso anno, sempre nel '91, loro chiedono al comune di Sant'Arcangelo se potevano tenere come base italiana, perché loro avevano un po' di campi dappertutto, ne avevano a Berlino, a Londra, eccetera, se loro potevano tenersi come campo in Italia la cava, e tramite un affitto, che adesso non so quanto, come, eccetera gli dicono di si. L'anno dopo cosa succede: all'interno del festival di teatro loro fanno l'antifestival, cioè un festival all'interno della loro cava, al di fuori e contro il festival di teatro. Allora mi dicono "dai vieni lì, stai lì e ti accampi lì, ti campeggi lì e stai con noi". Lì iniziano ad esserci le prime feste che duravano tutta la notte con degli amici loro, tra cui - loro poi lavoravano già, nel '92, in Inghilterra con gli Spiral Tribe - infatti poi quando questi ultimi vennero in Italia si stabilirono nel campo dei Mutoid, intorno al novantaquattro.

Però nel novantadue iniziano queste feste che a me sembravano già da fuori di testa. di conseguenza in questo campo ventiquattrore su ventiquattro c'era qualcosa, dallo spettacolo al party la sera, c'era sempre un movimento della madonna. E già lì inizi a dire, ma guarda oh, ma che figata, ma è grandioso.e già era un po' - più che, chiamiamolo rave illegale - era un po' tipo i vecchi free festival che io mi facevo in Inghilterra tipo tre anni prima quando nel '87 ero stata a Londra un anno, e mi sono vissuta tutti i free festival in Inghilterra. Quindi quando io sono arrivata al campo dei mutoid nel '92 era un po' come allora, cioè tutte queste cose free, chi faceva il banchetto col mangiare, chi faceva altro, era tutto un camping free, diciamo, quindi sembrava più un free festival più che un rave, però comunque anche i rave dopo diventano free, no?, free party = rave illegale. Di conseguenza, io mi vivevo tutte queste esperienze che ho vissuto alla fine degli anni ottanta in Inghilterra, le rivivevo in Italia al campo dei mutoid. I DJ che arrivavano da Londra facevano un tipo di musica. era il periodo più che altro della trance, hard trance, eccetera. Perché comunque già una techno alla Spiral Tribe la facevano solo gli Spiral, il resto era tutto trance. E quindi quando riuscivo a farmi le storie coi mutoid io partivo con loro, tipo mi sono fatta due o tre estati in cui sono stata a Berlino.perché comunque rivivevo delle esperienze che mi erano piaciute in Inghilterra, le rivivevo con loro, poi li avevo conosciuti eccetera, quindi quando partivano io, l'anno dopo sono andata, mi sembra, a Berlino con loro, nel '93. Nel '94 arrivano questi Spiral Tribe in Italia, ed è stata proprio.cioè, quando ho sentito la loro musica ho detto: "questa, questa è LA musica, la MIA musica".e i primi party che facevano comunque li facevano sempre coi Mutoid, quindi c'era festa, spettacolo e party dopo. Loro fecero delle cose a Roma perché comunque c'era già la Fintek che era stata occupata, e quindi proprio i primi party illegali sono comunque romani diciamo no? E poi si sono stabiliti anche per un periodo in cascina qua a Milano." (Intervista a Betty)

Per Milano la Mutoid Waste Company è importante perché è stata la scintilla insieme agli Spiral Tribe che ha acceso la miccia della bomba techno, il loro arrivo combinato con l'influenza spiralosa che stava dilagando in Italia, ha dato un nuovo senso alla parola rave, che in Italia prima del loro arrivo aveva un'accezione diversa, cioè quella dell' afterhours da discoteca; loro hanno portato in Italia lo spirito libertario che ha fatto uscire i raves dai centri sociali, quindi ha trasformato le PAZ (zone permanentemente autonome) in TAZ (zone temporaneamente autonome), e quindi più libere, mobili e quindi senza le gerarchie dei collettivi di autogestione dei centri sociali. MWC e Spiral Tribe hanno innescato una reazione a catena che è sfociata nel movimento techno della funny people e in quello che adesso è ormai un rituale fin troppo diffuso.

".si sono stabiliti anche per un periodo in cascina qua a Milano e il primo party illegale fu fatto l'8 luglio novantacinque, quando anche i Mutoid erano qua a Milano per lo spettacolo al Leoncavallo, hanno fato due date al Leoncavallo e poi una festa illegale in capannone occupato a Pero. C'erano qua sia i Mutoid, che erano qua per lo spettacolo, gli Spiral erano posteggiati in cascina, e alla fine erano già qua tutti insieme e hanno detto: "facciamo questo party a Milano no? Non era mai stata fatta questa esperienza a livello così, perché anche Alter8 per esempio dice che i party illegali sono nati dai centri sociali, ma qua a Milano no, il primo party è stato fatto da noi. "Breda" (un ex centro sociale di Milano) è vero poi ha portato avanti il discorso del party illegale, però l'anno dopo. Gli Spiral erano già venuti a suonare al leoncavallo, ma non c'era nessuno, e noi siamo arrivati tipo alla mattina che stavano smontando tutto e ce ne siamo andati via.

Non so se Breda abbia iniziato a portare avanti il discorso prima o dopo gli Spiral Tribe, probabilmente no, magari se non arrivavano loro, quelli di Breda si sarebbero comunque mossi. (Intervista a Betty)

Uno dei primi rave party nel nord Italia si è svolto a Pero, nella periferia di Milano, l'8 luglio del 1995, è stato il primo illegal party al quale ho partecipato, il primo organizzato in un capannone occupato per l'occasione e non in un centro sociale. Questo party è stato un misto di performance teatrale con musica crossover, hardcore, metal e industrial; alcuni membri dei MWC suonavano utilizzando alcuni bidoni di metallo vuoti come tamburi da percussione. Già nel volantino questo rave era indicato come "party e spettacolo" e i mwc nelle due settimane precedenti avevano presentato la loro performance nei centri sociali e nel circuito alternativo milanese, dove avevano distribuito i volantini per il rave dell'8 luglio.

Figura 20 spiral e mutoid a Milano

".il primo party proprio illegale è stato quello del luglio '95, mutoid e Spiral Tribe e da allora sono iniziate le feste techno, anche in cascina, anche perché va beh, Breda non c'era, però comunque poi Breda ha portato avanti un bel discorso, sul piano illegale, diciamo, dei party, come centro sociale, però il primo party è stato quello mutoid - spiral tribe, a Pero. A pero perché? Dunque, allora noi eravamo andati, dopo lo spettacolo dei mutoid, si era visto un fabbricone, questa fabbrica abbandonata enorme, veramente grandissima, ed era stata vista da qualche Spiral, mentre passava di li probabilmente per andare in cascina, e allora avevano pensato di farla lì questa festa, e mi ricordo che dopo i due spettacoli del Leoncavallo si decise di preparare tutta la cosa e si va in carovana a occupare il posto di là. Allora entriamo, si entra, è bellissimo grande, infatti ho fatto un casino di riprese.si posteggiano, perché l'avrebbero dovuto fare tipo la settimana dopo, o due settimane dopo, la data non era ancora sicura, volevano vedere quanto tempo ci mettevano a preparare tutto, perché comunque loro avrebbero dovuto preparare sia lo spettacolo che il party e dovevano avere più tempo non potevano andare lì alle sette di sera come si fa adesso fino a mezzanotte, no? Dovevano stare lì un po' di giorni. niente, arriviamo lì e il giorno dopo sono tornata ed era tutto a posto, stavano già preparando tutte le cose, il terzo giorno: una mattina tipo prestissimo mi chiamano e mi dicono " qua c'è un casino di sbirri, e un casino di cose e ci stanno mandando via da 'sto posto". Io all'inizio non sapevo cosa fare, però era come uno sgombero da una occupazione, cioè siccome non si era mai fatta una roba del genere a Milano, ho pensato più che altro a uno sgombero, così ho chiamato subito radio popolare, e il giornalista del manifesto, come si chiama, quello che si interessava sempre di occupazioni . Ho telefonato e sono andata subito a vedere, e va beh, lì sgomberano e mettono tutti in fila e ci scortano fuori Milano; il primo paese fuori Milano da via Ripamonti è Opera. Insomma succede che a Opera ci mollano lì. Cioè gli sbirri ci mollano lì e dicono: "a Milano non potete entrare, appena entrate vi vediamo in giro, vi riconosciamo e vi prendete il foglio di via" (nb si tratta di un convoglio di mezzi pesanti molto pittoreschi che non passa inosservato), quindi niente, ci siamo posteggiati in una specie di. vicino a un centro sportivo, non so, perché abbiamo visto quest'area sotto opera, usciamo dalla tangenziale e ci posteggiamo lì, soltanto che questo era privato, allora infatti un tipo del centro sportivo ci dice: "guardate che oggi pomeriggio voi dovete andare via perché il centro sportivo apre e non potete sostare nel nostro parcheggio", allora telefono ad Atomo e gli faccio: "oh Atomo qui è un casino della madonna, adesso non so, ti racconto un po' cosa è successo." e gli ho raccontato la storia. E lui mi fa "guarda, allora, fate una cosa: andate a posteggiarvi al parcheggio Bellaria, in fondo a via Novara, che era poi il meeting point della festa, perché questo parcheggio era stato costruito per i mondiali di Italia '90, ma adesso ci parcheggiano solo quando ci sono le partite allo stadio Meazza, perché proprio uno non si parcheggia in un posto così fuori città, e poi non ti preoccupare faccio tutto io e vi lasceranno in pace", allora andiamo e nel frattempo lì si cercava qualcosa in zona che non era però nel comune di Milano e abbiamo trovato quella fabbrica a Pero, e si è fatto lì. (Intervista a Betty)

Gli elementi innovativi per gli occhi dei milanesi e soprattutto per me, travolta dal vortice techno, sono stati, prima di tutti; la scelta della zona industriale isolata, l'arrivo in un capannone e la conseguente percezione del fatto che stavamo partecipando ad un evento illegale. Questa percezione è balzata agli occhi grazie all'intervento di una volante dei carabinieri che, trovatasi di fronte a qualcosa di totalmente nuovo ed estraneo alla loro comprensione, non sapeva come comportarsi, ed ha lasciato che questo evento si compisse. Di grandissimo impatto è stato il muro di casse; primo vero totem elettronico espressione di questo technoclan. Industriale futuristico, nel senso decadente che può evocare la visione futuristica della metropoli, e primitivo e minimale allo stesso tempo. L'era del rock da quel giorno è finita per chi a Milano aveva voglia di qualcosa di nuovo.

Dall'inizio degli anni '90 ad oggi, numerosi sono i sound-system italiani diventati operativi sulla scena internazionale, molti si sono sciolti e i loro elementi sono entrati a far parte di altre formazioni, altri sono ancora operativi e continuano ad arricchirsi di nuovi membri e nuova linfa vitale, alcuni sono morti per sempre.

Figura 21 Outlaw teknoparty Figura 22 Olstad teknoparty al parco sempione

Figura 23 Tekno Active Diffusion

Il movimento rave ha poi intaccato un numero così elevato di regioni e città, tanto da rendere frequente l'accavallamento delle date delle feste illegali, organizzate nella Penisola. Ovviamente questo fenomeno dipende anche dalla varietà musicale, come già ricordato precedentemente. Nella stessa sera possono aver luogo più eventi in più località, promossi da diverse tribes e sound- system . Una sorta di istituzionalizzazione è ravvisabile nella tendenza dei centri sociali occupati a promuovere rave all'interno degli spazi autogestiti.

«Queste feste - scrive Georges Lapassade - non sono necessariamente dei rave nel vero senso della parola, e cioè manifestazioni che si protraggono per più giorni e più notti senza interruzione, organizzate in luoghi che rimangono segreti fino all'ultimo momento (i rave sono illegali, mentre le feste techno dei centri sociali godono per lo meno di una certa tolleranza di fatto: in questo senso il CS svolge un po' la funzione di una discoteca con i prezzi più bassi)» (Lapassade, 1997, pag.106).

Inutile sarebbe fare dell'ironia su questa tendenza dei CS "a cavalcare l'onda" della techno come fenomeno di massa in quanto non è tanto il fine di lucro a essere perseguito quanto quello di creare consenso o sensibilizzare su altre tematiche. E' un modo di attirare il pubblico "indorando la pillola dell'impegno politico" che altrimenti non troverebbe ascolto.

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