1.4.3. Ecoradicali e azione diretta
Nata con l'intento di reprimere la maggior parte delle sottoculture il Criminal Justice Act finiva per sopprimere molte libertà individuali: "Sebbene ami dipingersi come partito della legge e dell'ordine, (il partito conservatore) ha finito per favorire la più grande avanzata del crimine del secolo. L'arrivo del CJA ha soltanto polarizzato ulteriormente l'opinione pubblica." Per capire i motivi di un'aggregazione così vasta e variegate è necessario analizzare più in dettaglio il CJA. Secondo le critiche di Freedom Network , una organizzazione che offre sostegno e supporto alle vittime del CJA, esso dota di nuovi strumenti repressivi le forze dell'ordine britanniche. Con la sua introduzione viene cancellato il diritto al silenzio in sede di arresto, anzi viene addirittura rovesciato il suo significato in quanto il rifiuto di parlare da parte dell'imputato può essere usato contro di esso in tribunale. Il CJA, inoltre, autorizza all'uso della forza per prelevare campioni "intimi e non intimi" (capelli, peli, saliva, pelle ecc.) al fine di creare una banca dati del DNA. Sarà ora la polizia a decidere le condizioni della cauzione e non più la magistratura. Prevista anche l'istituzione di prigioni private per detenuti dai 12 ai 14 anni e navi prigioni per il trasporto non sottoposte a controllo pubblico. Le occupazioni, in un paese che vanta oltre 50000 persone che vivono in proprietà occupate o abbandonate, diventano più precarie in quanto viene soppresso l'obbligo di notifica al destinatario dell'avviso di sgombero che, con le nuove disposizioni, può avvenire nel giro di 24 ore. Queste norme, nate per reprimere gli squatter , possono essere agevolmente usate contro chi ha ipoteche scadute o da padroni di casa privi di scrupoli. Vengono varate anche alcune norme contro gli "sconfinamenti" in proprietà private o pubbliche, chiaramente rivolte a cercare di reprimere traveller , raver e collettivi come Hunt Saboteurs (gruppi di persone che si introducono nelle tenute durante le partite di caccia per impedirne il regolare svolgimento). La polizia può confiscare automezzi e sound system che spesso vengono distrutti o danneggiati in modo irreparabile. Questo non fa che aggravare il già ingente problema dei senzatetto in Gran Bretagna se si tiene presente che per la maggior parte dei traveller e raver hanno ricavato dai propri automezzi le proprie abitazioni.
Il CJA si scaglia esplicitamente contro gli acid house party conferendo ampi poteri di sgombero alle forze dell'ordine nonché di arresto per chiunque stia organizzando, frequentando o anche solo aspettando una "riunione illegale". Non solo: il semplice sospetto che anche appena una decina di persone siano in attesa o in preparazione di tale evento, conferisce alla polizia il potere di disperdere tali persone, o di arrestarle se preferisce. Addirittura un poliziotto può procedere all'arresto se "crede ragionevolmente" che l'individuo in questione abbia intenzione di partecipare ad una protesta. Le possibilità di abuso di potere insite nelle succitate norme, che sono solo alcune fra le tante previste dal CJA, permettono di sottolineare alcuni fra i diritti umani fondamentali violati dalla legge, quali ad esempio il diritto di protestare ( Art. 11 della Carta europea dei diritti umani ) , il diritto ad una casa sicura (Commissione Onu sulla Risoluzione dei diritti umani), il diritto a uno stile di vita nomade ("tutti hanno diritto alla libertà dalla discriminazione", art. 18 della Convenzione europea dei diritti umani) e il diritto a fare festa ("tutti hanno diritto di associazione", art. 11 della Convenzione europea dei diritti umani). Più grave ancora: nuove regole introdotte dal dipartimento dei servizi sociali autorizzano a negare l'assistenza pubblica a chiunque "abbia capelli e abbigliamento disordinati" o "l'aspetto di uno stile di vita alternativo". In un clima di repressione tale, non stupisce che molte sottoculture si siano avvicinate all'azione diretta e ad un pensiero politico più radicale. Ma perché esse non si sono appoggiate alle istituzioni politiche, all'opposizione? La risposta è unanime e anche piuttosto semplice: "come i democratici negli Stati Uniti con il Crime Bill di Clinton, il Partito laburista inglese non si è opposto in maniera attiva al CJA, per paura di sembrare 'morbido verso il crimine'. Mentre alcuni di loro hanno protestato contro la legge, la leadership ha scelto di astenersi."
La fallacia delle istituzioni politiche viene maggiormente denunciata dai numerosi collettivi che si battono per la salvaguardia dell'ecosistema contro l'avanzata imperante dell'industrializzazione. Su tali individualità grava un senso di urgenza nutrito dalla coscienza degli irreparabili danni che quotidianamente vengono perpetrati nei confronti della nostra Madre Terra. "in realtà ci stiamo avvicinando verso il declino sociale e ambientale che, non c'è dubbio, vanno di pari passo. Non c'è nessun valido motivo di sperare nei partiti politici. L'unica cosa da fare è concentrarsi su ciò che ci fa arrabbiare di più e scegliere l'azione diretta: è l'unico modo che abbiamo per ottenere qualche cambiamento, e non abbiamo niente da perdere." Attivi nel campo dei diritti animali, dell'ecoconsumo, ispirati da un forte sentimento anticapitalistico di ispirazione anarchica, collettivi quali Earth First!, Green Anarchist, Food Not Bombs, Reclaim the Streets, Animal Liberation Front, Hunt Saboteurs e tanti altri (di cui si parlerà più diffusamente nel terzo capitolo) fanno dell'azione diretta la loro arma per contrastare la distruzione dell'ecosistema. In un contesto di azioni locali per un bene comune, think globally, act locally (pensa a livello globale e agisci a livello locale) diventa presto un celebre motto volto a spingere le persone ad agire: campeggi per bloccare la costruzione di strade, sabotaggi, boicottaggi, incursioni nei laboratori di vivisezione per liberare gli animali e molte altre azioni di questo genere vengono fatte per rispondere attivamente ad un problema altrimenti irrisolvibile seguendo i canoni ufficiali della mediazione politica, in quanto pieni di compromessi e lentezze burocratiche che fanno inabissare tutti gli sforzi della maggior parte delle organizzazioni ecologiste ufficiali (con le quali gli attivisti sono spesso in aperto contrasto). In questo contesto si inserisce anche il rifiuto, di stampo prettamente anarchico, dell'organizzazione secondo modelli gerarchici. Earth First! , per esempio, spinge nei suoi comunicati le persone a creare dei propri network a livello locale in modo da impedire di "(.) accentrare tutte le informazioni e le analisi del movimento su uno o pochi grossi giornali." Animal Liberation Front rifiuta la natura di organizzazione o collettivo e invita chiunque faccia una qualche azione di liberazione animale a firmarsi con la sigla ALF: "L'ALF (Fronte di liberazione degli animali) non è una delle tante associazioni animaliste.
Non si inviano somme di denaro per poi ricevere una tessera o una lettera di ringraziamento per 'aver aiutato gli animali'. Non esistono soci, membri delegati o consigli direttivi che decidono strategie da seguire e organizzano raccolte di firme. ALF è semplicemente una sigla utilizzata da gruppi o individui che praticano l'azione diretta. Dal sasso contro la vetrina di una pellicceria all'introdursi nei laboratori per salvare gli animali da una morte orribile, qualsiasi tipo di azione finalizzata alla liberazione degli animali o ad arrecare danno economico a chi li sfrutta, rientra nella politica dell'ALF. Non esistono gerarchie e i gruppi, che spesso non si conoscono neppure, agiscono spontaneamente e in modo autonomo. Chiunque può essere un attivista dell'ALF, l'unica cosa da fare è. agire." Si nota come si insista su un'organizzazione di tipo orizzontale fondata sulla cooperazione e sul mutuo aiuto che rimanda, come obiettivo e come ideale, alle comuni anarchiche. In realtà esistono anche esempi di questo tipo di cui si parlerà poco più avanti. Lo stesso volantino dell'ALF radicalizza ancor di più la critica alle istituzioni ed il perché non vengono considerate come efficace agenzia mediatrice: "La causa principale dell'oppressione animale (uomo compreso) è il sistema capitalistico e lo Stato che ne garantisce l'esistenza, tentare di risolvere il problema facendo affidamento sulle istituzioni è completamente inutile, sarebbe come chiedere a chi fabbrica armi di fermare la guerra." La liberazione di Madre Terra e delle sue creature avviene rivoluzionando anche il proprio consumo che si trasforma in "ecoconsumo". La dieta diventa vegetariana o vegana e si assiste ad un grosso proliferare di informazione sui prodotti, sui loro ingredienti e sulle ditte (comprese le attività collaterali) che li producono. Vengono anche diffusi ricettari vegani o vegetariani e anche guide per potersi curare con erbe e piante. Lo stesso consumismo viene rigettato in quanto principale strumento capitalistico di produzione e, quindi, distruzione. Prima di proseguire è necessaria una precisazione. Per come è stato suddiviso questo paragrafo potrebbe apparire che tali movimenti si siano sviluppati solo recentemente. Questo non è affatto vero: l'ALF, per esempio, si sviluppò in Inghilterra attorno al 1976. Da allora in poi vanta circa un migliaio di azioni l'anno. Earth First! nacque invece negli Usa nel 1980 e si diffuse in Inghilterra dal 1991 in poi. La suddivisione per "stili di vita" è semplicemente una suddivisione di comodo, che permette di analizzarne le peculiarità in modo più agevole ma che rischia di presentare tali controculture come organismi autonomi, chiusi e, peggio ancora, in successione temporale, senza contare che molti degli attivisti di cui si parla in quest'ultima parte sono anche squatter e / o traveller e / o raver .
Un'altra necessaria specificazione riguarda la diffusione di tali movimenti che, per ovvi motivi, sfugge una qualsiasi stabile e precisa classificazione, ma soprattutto preme chiarire che non si tratta di movimenti esclusivamente inglesi. La diffusione dell'etica DiY ha toccato moltissimi paesi non solo occidentali. È altresì vero che molte sue "metodologie" sono nate e si sono sviluppate in Gran Bretagna ed è per questo che, soprattutto in un capitolo prevalentemente storico quale questo è, se ne parla spesso. Ritornando sull'argomento un altro importante evento che favorì la politicizzazione di vaste frange della popolazione britannica fu l'introduzione della Poll Tax : "partita dalla Scozia, la protesta si diffuse verso Sud per culminare negli scontri di Trafalgar Square del 1990, finché la tassa alla fine fu tolta (o, meglio, modificata). In realtà, l'effetto di radicalizzazione della promulgazione della Poll Tax è stato duplice. La tassa da un lato mobilitò una vasta parte dell'elettorato contraria alla sua introduzione e, ironia della sorte, aumentò la sfiducia della gente nella politica parlamentare in virtù del legame palese tra il dovere di pagare le tasse e il diritto di voto." Istituita in Scozia nel 1989 e in Inghilterra e nel Galles l'anno seguente, la Poll Tax consisteva in una tassa sugli affitti che, a differenza di quanto avvenuto in passato, non teneva conto del differente livello di reddito dei cittadini, imponendo il medesimo importo per qualsiasi cittadino. Basata su un assunto del partito conservatore che criticava l'idea "socialista" secondo la quale ognuno avrebbe dovuto contribuire alle spese statali in base alle proprie disponibilità, la Poll Tax in realtà colpiva molto duramente il sistema di assistenza sociale inglese tanto da portare molti cittadini a definirla una sorta di Robin Hood al contrario: "La Poll Tax rubava ai poveri per dare ai ricchi". Un altro importante aspetto inerente la sua istituzione consisteva nel fatto che gli elenchi delle persone imponibili erano stilati in base alle liste elettorali. Ciò spinse in quell'anno quasi un milione di persone, per lo più elettorato liberale, ad evitare l'iscrizione in modo da evitare il pagamento di una tassa che non potevano affrontare pur sacrificando il diritto di voto. L'effetto più immediato di tale situazione fu lo sfratto di milioni di persone che non potevano più permettersi l'affitto. Modificata l'anno successivo la Poll Tax provocò la formazione di un movimento di protesta popolare che seppe aggregare oltre 17 milioni di persone.
Cooptando strategie di azione diretta, quali occupazioni, sabotaggi e boicottaggi, sviluppate dai movimenti operai in tutto il Novecento, unendole alle strategie ed alle idee ambientaliste radicali di Earth First! e continuando l'opera di collettivi già presenti nella lotta per i diritti animali quali Animal Liberation Front o Hunt Saboteurs , gli "ecoradicali" si affacciano nei primi anni Novanta decisi ad agire piuttosto che aspettare stancamente la perenne inefficacia della mediazione politica. Vi sono varie visioni dell'azione diretta tutte dipendenti in sostanza dalle convinzioni e dal libero arbitrio degli individui che le applicano. C'è chi si ispira alla Non-Violent Direct Action ammanettandosi ad un bulldozer per impedirgli di proseguire i lavori, per esempio, o chi invece preferisce ritirarsi in una vita lontana dalle istituzioni, oppure c'è anche chi alla prima occasione devasta senza pensarci due volte la sede di una banca. Sempre nei primi Novanta si è sviluppata l'opposizione alla cultura automobilistica e alla costruzione delle strade cui si è già accennato parlando di collettivi quali Critical Mass e Reclaim the Streets o Road Alert! In questo contesto possiamo valutare un'evoluzione del concetto di campeggi pacifisti degli anni Settanta e Ottanta, veri e propri tentativi di ricreare delle comuni di stampo anarchico, che spesso nascevano nei pressi di basi missilistiche per protestare contro la guerra e il nucleare. Nei Novanta il campeggio subisce un'evoluzione: esso diventa di natura stabile e offre casa a chi lo ha fondato e / o ne partecipa alla vita quotidiana. Ma la vera differenza risiede nel suo utilizzo come mezzo per attuare una strategia di protesta e resistenza a lungo termine. "Uno dei primi, forse il primo, certamente il più famoso, segnò il culmine della campagna contro l'estensione dell'autostrada M3 a Twyford Down, nell'Hampshire, dove nel 1992 spuntò una versione accettabile e nuova dei traveller , la Donga Tribe ." "La zona dove terminano le alture delle South Downs era considerata area protetta, almeno stando alle designazioni ufficiali: sito di interesse scientifico straordinario, area di eccezionali bellezze naturali con due monumenti antichi catalogati." Ciononostante i lavori cominciarono ma trovarono immediatamente la resistenza di una vasta gamma di gruppi ecoradicali di azione diretta affiancati anche da molte frange di popolazione locale. Donga è un termine Matebele usato per la prima volta nel Diciannovesimo secolo per designare i sentieri medievali che zigzagavano sulle Downs, le colline della zona. Ispirati da una particolare miscela fra paganesimo e azione politica, la tribù dei Donga sviluppò nel proprio accampamento un nuovo linguaggio nonché una propria spiritualità che riprendeva miti celtici, feste per il solstizio e l'equinozio, tribalismo e via dicendo. "Forse i legami ideologici più diretti sono con i movimenti ambientalisti della fine degli anni Sessanta, degli anni Settanta e Ottanta: per esempio il Cnd, Greenpeace e il movimento femminista di Greenham utilizzavano le azioni creative per una causa universale. Le nostre tattiche sono anche state influenzate da Earth First! : salire sugli alberi, arrampicarsi sulle ruspe per bloccarne i lavori eccetera." La vita nell'accampamento Donga è strettamente legata alla protesta insita nella sua stessa fondazione.
All'inizio la protesta fu essenzialmente di stampo pacifico e poco conflittuale volta soprattutto a cercare di far aumentare il più possibile la popolazione nell'accampamento. Un punto di svolta fu il famoso "Mercoledì giallo". Giallo dal colore della divisa delle guardie private, assunte dalla ditta preposta ai lavori, che fecero una vera e propria mattanza (alcune di queste guardie private furono talmente sconvolte dalla violenza dell'azione che si licenziarono e si unirono ai manifestanti per aiutarli a difendersi). A questa giornata di battaglia fece seguito, il giorno successivo, un ulteriore attacco da parte della polizia rimasto noto come "Giovedì nero". Dopo tali avvenimenti parte del gruppo si disperse mentre alcuni rimasero ben decisi a radicalizzare la loro forma di protesta. Cominciarono allora i sabotaggi e ogni tentativo possibile di danneggiamento e rallentamento dei lavori. Nel 1994 i lavori termineranno e la Donga Tribe si trasformerà in una tribù con abitudini nomadi, traveller quindi, e profondamente politicizzata che non smetterà mai di esprimere "(.) la ricerca di un modo di vivere impegnato che non scende a compromessi." "I Donga hanno ridicolizzato l'intero movimento ambientalista britannico, la loro condanna ha smascherato l'ipocrisia del vecchio modo di far politica" Quello della Donga Tribe è solo un esempio fra i molti nel suo genere. Motivati da urgenze politico sociali e dal desiderio di fuggire da uno stile di vita considerato imposto ed alienante, moltissimi individui si sono organizzati in crew , collettivi, tribù o comuni. Vivendo nell'illegalità in aperto contrasto e critica di una legalità considerata assurda e inaccettabile, nonché al servizio dei soli interessi economici, queste sono le nuove forme di espressione di migliaia di individui che reclamano il diritto ad una libertà vera e non imposta dall'alto secondo schemi consumistici. Queste sono le individualità oggetto di questo scritto, queste sono le individualità che animano la cultura del DiY.
FONTI (NOTE) DEL CAPITOLO 1:
Intervista a Andrehea, Decadent Dance Records, Milano 2001.
Courtney Love, comunicato diffuso in rete e apparso sul numero 38-39 (Luglio-Agosto 2001) della rivista musicale italiana "Blow Up", Tuttle Edizioni.
Peter Serram in aggiunta al comunicato di cui a nota 2.
Il Barocchio Occupato, No Copyright, "Ai confini delle realtà", n° 0, Torino 1996. Giornale nato dallo sforzo congiunto di più realtà DiY anarchiche italiane.
H. Bay, T.A.Z., Zone Temporaneamente Autonome , Shake Edizioni Underground, Roma 1993 (NY 1985)
Intervista a Andrehea, Decadent Dance Records, Milano 2001.
Lettera personale, 25 gennaio 1994.
Intervista a Kevyn, Torino 2001.
G. McKay, Atti di insensata bellezza , Shake Edizioni Underground, Milano 2000 (Londra 1996), p. 97.
R. Ceschini, Il punk dal 76 al 94 , "Conflict", n° 3, f.i.p. Ala (TN), 1994.
Johnny "Rotten" Lydon, cantante e leader dei Sex Pistols e Joe Strummer, cantante e chitarrista dei Clash.
In which Crass voluntarily blow their own , allegato a Best before 1984 , Crass Records, 1986 e tradotto integralmente su "A/Rivista Anarchica" n° 140, Italia, 1986.
R. Ceschini, Il punk dal 76 al 94 .
Small Wonder di Pete Stennet fu una delle prime etichette indipendenti inglesi. Tra gli altri registrarono per Small Wander anche Poison Girls e Bauhaus.
The feeding of the 5,000 è il primo 12" pubblicato dai Crass. Un 12" è un L.P. che gira a 45 gire anziché a 33 giri, una specie di maxi singolo E.P.
Crass, Il sogno è finito, "Nessuno Schema", n° 7, luglio 1997. S.n. Tratto da un dattiloscritto originariamente previsto per Dianoia, fanzine di Sondrio degli anni '80.
Crass , Anok 4U , curato e tradotto da Marco Pandin, edizioni Catfood Press, Mestre-Venezia 1984 (Londra), s.n.
Citazione tratta dalla canzone Yes sir, I will , tratta dall'omonimo LP, Marzo 1983, Crass Records
Volantino manifesto del gruppo Wretched, Milano 1982
M. Pandin, Nel cuore della bestia , Zero in condotta, Milano, 1996, s.n.
F. Von Havoc, "HeartattaCk", n° 8, USA novembre 1995.
A. Raina, "Timeout", n° 6, Brama Editrice Srl , Milano maggio 2001.
P. Piccini, "Blast!", mensile anno VI no. 2, giugno 1991, pag. 32, ed. Iniziative Editoriali Italia
C. O'Hara, The philosophy of punk - more than noise , AK Press, San Francisco, 1999. P. 142
Mila, Agipunk Records, Pavia, gennaio 2001.
"Dismantle Baboon", n° 1, fanzine s.i.p., Danimarca. S.d.
C. Sorge, "Rumore dalla A alla Z" allegato al no° 17/18 del mensile Rumore, luglio 1993.
Intervista a Mid, ex membro del gruppo inglese Deviated Instinct, "No Barcodes Necessary" n° 4, M. Hughes, UK, 1996, U.K.
Kavyn, Torino, gennaio 2000
Nota 2, p. 20, G. McKay, Atti Insensati di Bellenza .
Joe, "Riot", n° 5, f.i.p., U.K., 1992.
Intervista a Christine Boarts apparsa su Join Kao no. 4, Danimarca.
Intervista a Dan di Profane Existence, "Aversion", n° 3, f.i.p., U.K., inverno 1996.
Intervista a Dan di Profane Existence, "Maximum Rocknroll", n° 210, s.i.p., U.S.A novembre 2000. Il verbo al passato si giustifica nel fatto che agli anizi del 2000 il collettivo pose fine a tutte le sue attività. Nell'autunno 2001 la pubblicazione della fanzine verrà ripresa.
Intervista a Dan, "Aversion" n° 3.
K. Mc Lard, editoriale di "HeartattaCk", n° 2, s.i.p.. Goleta, CA, U.S.A., giugno 1994.
A. Pomini, Stranded, "Dynamo!", anno II n° 11, Mediasette s.r.l., novembre 1995.
Kent Mc Lard, intervista tratta da "Abbestia", n° 4, A. Pomini, f.i.p., Italia 1993.
Recentemente, agli inizi del 2001, è uscita "Reason to believe" fanzine stampata in migliaia di copie a diffusione gratuita dai contenuti sia politici sia musicali e che appare pertanto essere ben radicata nella cultura DiY.
Pop Festivals: Advisory (Stevenson) Committee on Pop Festivals Report and Code of Practice , Londra 1973.
Penny Rimbaud, The last of the hippies , Crass Press. S.d., s.n.
F. Earle , A Time to travel? An Introduction to Britain's Newer Travellers , Lyme Regis, Dorset, 1994
George McKay "free festival di Stonehenge, giugno 1984"
Dialogo tra George McKay e due zingari in Gran Bretagna, 27 maggio 1995. In Atti di Insensata Bellezza , p. 67.
Jo Waterworth, abitante del Rainbow Fields Village.
Squatters di Amsterdam negli anni Ottanta in: Anarcho-style Foundation for the Advancement of Illegal Knowledge, "Cracking the movement", s.d., s.n.
A. Natella e S. Tinari, Rave Off , Castelvecchi, Roma 1996, p. 16.
H. Bay, T.A.Z., Zone Temporaneamente Autonome .
Intervista a Alessandro di Qirex crew di Milano. Gennaio 2001.
N. Fountain, Underground .
Mary Anna Wright, scrittrice e clubber.
H. Velena, Dal cybersex al transgender. Tecnologie, identità e politiche di liberazione , Castelvecchi 1995, p. 97.
Sarah Ferguson, in Rave Off , p. 93.
Berens, in Rave Off , p. 114.
Earth First!, "Introduzione al movimento". Silvestre, Pisa 1998, s.n.
"ALF", volantino fotocopiato a firma "animalisti contro il potere".
D. Burns, Poll tax rebellion , AK Press - Attack, Edinburgo - Londra, 1992.
A. Plows, Eco-philosophy and Popular Protest: The Siginficance and Implications of the Ideology adn Actions of the Donga Tribe, Alternative Futures and Popular Test, vol 1 , Manchester 1995.
Simon Fairlie, esperto di tematiche ecologiche, citato in Iain Donald, Off Paper and On the Land
... continua al par. 2.
|