Studio Azzurro, video ambienti, ambienti sensibili - 2 DVD + libro (Feltrinelli, 2007) a cura di Bruno Di Marino.

by Psychosis

Studio Azzurro è un collettivo milanese operante dall'inizio degli anni 80s. Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili e interattivi, performances teatrali e films, disegna un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline, esplorando le possibilità espressive delle nuove culture tecnologiche. Il gruppo di lavoro è aperto a differenti contributi, ma il nucleo storico è formato da Fabio Cirifino (fotografia), Paolo Rosa (arti visive e cinema), Leonardo Sangiorgi (grafica e animazione) e Stefano Roveda (sistemi interattivi).

Feltrinelli abbina un libro a due dvd che ripercorrono le opere di Studio Azzurro offrendo un valido documento per capirne l'attività, anche se come fa notare Paolo Rosa nell'esaustiva intervista, trattandosi di opere da vivere in prima persona e negli stessi ambienti costituiti, la visione tramite dvd rischia di non far calare il fruitore nell'atmosfera adatta.

L'opera di Studio Azzurro si può dividere in tre fasi principali. Negli anni 80s l'attività è caratterizzata dal dialogo tra video, ambiente fisico e spettatore. I "videoambienti" sono macchine narrative basate su uno scenario fortemente connotato, tramite una composizione di monitor manifestano la volontà di considerare il televisore non come un contenitore racchiudente informazioni, ma un tassello che rivela un'altra realtà, una lente che mette a fuoco una porzione complessa di una condizione sempre più segnata dalla presenza immateriale. Lampanti in tal senso opere come il "Nuotatore (va troppo spesso a Heidelberg)" o "Vedute (quel tale non sta mai fermo)".

Studio Azzurro teme però l'arroganza del fattore tecnologico. Le macchine espropriano le scelte e i gesti umani costringendo ad usare i loro tempi e ritmi, più che mettere in evidenza quello che le macchine possono fare, si preferisce indagare le conseguenze che esse producono, la loro ricaduta sulle dinamiche sociali.

Con gli anni 90s e "Il giardino delle cose" si entra nella seconda fase, l'esigenza di mettere le mani più a contatto con le immagini, di invitare il pubblico a condividere l'esperienza, toccare per vedere. Immagini che appaiono solo perchè accarezzate e volute, il calore delle mani dà forma agli oggetti. E' il prologo dell'interattività, l'abbandono del monitor per il videoproiettore, la possibilità di interagire dello spettatore tramite movimenti e comportamenti, trovare una dinamica che permettesse di contrastare la tendenza individuale cui le tecnologie inducono. Luoghi socializzanti dove fosse possibile comparare la propria esperienza con quella degli altri. Spazi insomma, attivatori di una sensibilità che fa leva sullo scambio di percezioni sensoriali tra componenti materiali e virtuali, l'ambiente sensibile.

Il passaggio al videoproiettore a consentito di distendere l'immagine su qualsiasi cosa, dipingerla e darle vita. A detta di Rosa, materia fisica e pixel si mescolavano come fossero un nuovo pigmento. La terza fase in cui Studio Azzurro opera ultimamente, è marcata dall'intreccio fra attività sperimentale sull'interattività e la realizzazione di musei tematici che si pongono come spazi di identità e memoria.

Nel libro sono presenti le opere con il oro dettagliati crediti ed una descrizione e un bozzetto, utilissimi per integrare la visione, più vari articoletti d'annata riportanti le impressioni suscitate da alcune installazioni e performances. Un'opera ricca quella di Studio Azzurro, densa di significati che agiscono su più livelli, forse più nota all'estero che in Italia. Questa pubblicazione potrà servire per rendergli la giusta visibilità che merita.

Il trailer

Sito Feltrinelli

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