Existence Festival 10-12/08/07 @ Fehrbellin (North Germany)

text by Gilly_Sephira - pics by Gilly and Drex

Appena fuori dalla città di Berlino ci si imbatte in paesaggi ampi, che sembrano stati modellati appositamente dalla Natura per ospitare musica, sound, camping. Fehrbellin è uno dei paesini dall'aria inquietante e un po' retro che ogni tanto spezzano questo paesaggio bucolico.

La location però non si tratta solamente di uno spiazzo di verde con alberi e foreste in lontananza, ma è resa speciale dalla presenza di bunker facenti parte di una ex base missilistica russa; l'occhio di Drexkode è riuscito comunque ad oltrepassarne la soglia per immortalare immagini claustrofobiche di un'epoca storica che sembra essere rimasta all'interno delle camere, all'attraversamento di ogni porta, negli stretti corridoi.

Arrivare il Venerdì pomeriggio è poco indicativo e non ci si deve certo aspettare di trovare la mandria di persone, ma mentre le ore scorrono e cala il buio della notte (con zanzare e umidità a non finire) si scopre che l'afflusso di persone non è poi così grosso se confrontato con altri festival. Il fattore "poche persone" diventa quindi una caratteristica propria di questi due giorni e mezzo, da non prendere affatto sotto gamba, poiché il luogo si tinge di un'aria serena di carattere intimo, modesto, in cui lo strumento principale di dialogo con il silenzio è la musica in cocktail con sorrisi e tranquillità reali e non plastificati.

Di numero piccolo anche le bancarelle, tra cui l'originalissima porn FFF (il link del flyer manda ad un banalissimo sito porno), lo stretto necessario per procurarsi un bicchiere di caffè spudoratamente allungato, da far scendere in corpo ai bordi del mainfloor, intanto che i bassi scuotono le membra e mentre l'occhio incontra personaggi davvero interessanti.

Il tempo atmosferico grigio scuro, in contrasto con il bianco all'orizzonte e le decorazioni fluorescenti, contribuiva ad arricchire il tutto con una pennellata di magia e austerità; la coltre scura sembrava anche atta ad assorbire i suoni superflui che si diffondevano nell'aria, attutendo ogni cosa. Una nevicata al contrario.

La musica presenta sfumature piuttosto variabili che cromano il susseguirsi delle giornate in modi precisi; il fatto di unire insieme molti generi diversi è qualcosa di molto positivo, ma a mio parere avrebbe potuto esserci una selezione meno commerciale dei pezzi specialmente durante le ore del mattino e le prime della notte. E' un genere che personalmente non apprezzo, soprattutto per certe influenze house che una persona diretta ad un party di musica psytrance non dovrebbe aspettarsi.

Per gustare la trance più psichedelica e circolare bisogna attendere la notte più che inoltrata e godere fino alle 9 del mattino circa.

Il sound più piccolo sistemato giusto ad un bunker di distanza da quello principale propone un set sostanzialmente invariato; il linguaggio è la sofisticata minimal techno tedesca, stralci di quella di Detroit escono qualche volta dal mainfloor. Angolo ottimo quando lo stomaco (e non solo) aveva voglia di farsi penetrare da bassi davvero potenti.

Immancabili i giochi di luce e laser che sfruttavano al meglio i tendoni dei luoghi di ristoro, i corpi delle persone in movimento, ma soprattutto le protuberanze del terreno create dai bunker, che in qualche visione psichedelica potrebbero trasformarsi in tartarughe da Storia Infinita. Predominanza di verde, tra acchiappasogni e stelle fluorescenti, danze di fuoco, morbide luci rosse a puntini che si muovono lentamente nell'erba come fossero ciglia di prato.

Isolata poco più a destra del bar è allestita la capanna chillout. La selezione musicale si rivela essere perfetta per questo antro di riposo; non parlo solo delle selezioni dei dj, ma anche delle esibizioni di musica dal vivo che hanno occupato le prime ore delle serate. Il gruppo era composto da tre ragazzi, due di questi suonavano entrambi il didjeridoo, noto strumento usato durante i riti dei popoli australiani e il terzo si dava da fare con percussioni e fiati di diverso tipo. Il sabato è stato arricchito anche dal suono di un violino elettrico, che si inseriva anche nelle frequenze del mainfloor. Da gustarsi preferibilmente su un tappeto, affondati dentro ad un cuscino e respirando un pepato aroma di cannella.

Queste sono esperienze che mettono in diretto contatto con il linguaggio, i ritmi e la fisiologia del corpo, oltre che a toccare emozioni che normalmente teniamo sedate in una valigia. La sensazione gigantesca di vivere secondo il proprio bisogno Naturale con le emozioni che davvero sono definibili tali, senza essere velati dal pattume egoistico.

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THE OLD RUSSIAN ROCKET BASE FROM Google Map

L'area è un quadrato di alcune centinaia di metri di lato, ormai in stato di completo abbandono. Le aree non utilizzate per i parties (già l'Antaris Project si era in passato svolto qui) sono coperte di erbacce. La presenza delle zanzare rende abbastanza invivibile il luogo. Qualche rottame sparso è l'unica presenza esteriore di opera umana, il resto e più interessante è costituito dai bunker e hangar per costodire uomini e armi. La mancanza di finestre rende il luogo inadatto agli ansiosi, gli spessi muri di cemento armato e le pesanti porte in ferro una tomba, soprattutto gli stretti loculi adibiti al riposo delle guardie.

Drexkode.net ver.2.3 2004-2007 - Art by Gilly *Sephira* Majo