Micromusic Party @ Diamond Lounge (Berlin) 15.08.07

Text by Gilly_Sephira - Pics by Drex

Fare razzia di flyer fuori dalle porte dei cessi dei locali, ristoranti e chi più ne ha più ne metta è una delle attività più proficue e utili se si è intenzionati a vivere le sfaccettature di questa città.

Un mercoledì sera prendiamo posto tra gli spazi di un locale in Schönhauser Allee, il White Trash, in cui è stata organizzata una serata di micromusic davvero innovativa, a cura di Storno, poiché per la prima volta non ci troviamo davanti i soliti nomi. Si tratta di una data del Computour 07 che copre tutto Agosto con varie date europee.

L'ambiente viene scosso da due giovanissimi ragazzi svedesi, i Rongfa , adatti molto ad aprire la serata soprattutto per la semplicità della costituzione del pezzo, la durata, la musicalità, la freschezza. Come è solito nella micromusic si trovano fiumi di melodie, ritmiche diverse messe insieme, pezzi che possono quindi variare e contenere diverse influenze, dalla techno, sonorità sporty, veloci fino al rap in svedese in questo caso. I due ragazzi sono abilissimi nel coinvolgere il pubblico e soprattutto nel divertirsi facendo musica, saltando, urlando, ridendo, lanciandosi e cadendo sul pavimento, rotolandosi. propongono anche la cover di un celebre pezzo dei Wham ( Wake me up before you go go ).

La serata prosegue con un altro duo un po' più composto e incollato alle macchine, i Computadora Felix.

Sono accompagnati da un visual che varca i confini del video, i colori come lacca forte da giallo a viola a verde si combinano in diverse forme. La musica da lineare diventa circolare, ora con un suono distorto, ora con quantità di ritmo a volontà, ora con un ritmo che viene costantemente spezzato, ora sembrano esserci parti quasi improvvisate, sincopate, aritmiche. Il basso è davvero grosso, come l'abilità nel miraggio e l'elaborazione dei suoni. Anche gli scenari sono mutevoli, dalla cupezza della drum'n'bass al sentirsi in una terra felice con arcobaleni e fiori colorati. Anche i CF propongono una cover, questa volta di un pezzo più "antico", ovvero il valzer Bel Danubio Blu di Strauss. Sono venuti e se ne sono andati con un congedo dato dal generatore noise e apprezzatissimo "bis".

Si rimane nella Rainbow Land con le prime note di Synthetical.

Artista che si presenta da solo sul palco, ma ben presto verrà affiancato da una supergnocca bionda stile barbie dopo un remix di un pezzo di Benassi. Micromusic più originale ed elaborata che si avvicina di più a quello che potrebbe essere definito come il concetto vero e proprio di questo genere, ma si sa che poi le cose diventano soggettive ed ognuno ha le proprie sfumature. Tutto in pasto alla relatività come al solito.

La musica e le sue melodie orecchiabili sembrano portare l'atmosfera da videogioco pixelato e colorato in questo piano; ogni tanto ci sono stralci di voce parlata. Ritengo necessario sottolineare il fatto che è il primo performer della serata che usa il gameboy, a differenza degli altri che hanno smanettato con il PC.

Goto80 è l'ultimo artista e si rivela essere il più rumoroso di tutti. Passa da ritmi sporchi, distorti e spezzati a versanti più melodici e a pezzi più ritmati con cassa dritta e voce distorta che si avvicina molto all'uso della parte vocale nel genere harsh ebm, o a quello che oggi viene impropriamente definito industrial. L'aspetto vocale si rivela essere un aspetto fondamentale della performance, non si tratta solo di solo parlato o rappato come nelle altre esibizioni, c'è del "canto", fino a toccare screm e growl come fosse un cantante in un gruppo death o black - sarà l'influenza della tradizione metal tanto viva in Scandinavia. Tutti i pezzi sono caratterizzati da una gran moltitudine di suoni che a volte sfociano quasi in confusione; c'è sempre la presenza un briciolo di distorsione o basso potente di sottofondo.

Il pubblico è in totale delirio, man mano che si succedono le performance, quasi nessuno rimane a fondo sala nei tavoli, tutti sono incollati al palco e si dimenano nei modi più spontanei. Non vale più per comodità guardare il palco dallo schermo posto vicino all'entrata, bisogna agitarsi e vedere senza interferenze l'acting, il suono che si crea e il viso che si distorce insieme ad esso.

Tutto sommato il locale si presenta bene, come un antro scavato nella roccia con presenti delle iscrizioni a mo' di pitture rupestri camune.

Ci sono però un paio di macchie nere nella bella favola che non possono essere ignorate, ovvero la musica tra una performance e l'altra, volume stratosferico che non permette la parola (chi vuole dialogare si fotte di netto la laringe) e una selezione da far cadere le braccia e abbracciare l'antartide. Il problema si presenta anche perché il tempo coperto dalle performance era piuttosto ridotto rispetto ai 40 minuti che erano stati promessi da Goto80 ad inizio serata. L'altra macchietta è la mancanza della birra alla spina e il prezzo esorbitante di una birra in bottiglia che rasenta i livelli dei pub italiani (3.50 per una bottiglia di Beck's senza nemmeno il vuoto. A Berlino nelle tasche è ancor più sentito).

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