Carnevale Liberato @ Poggio Mirteto, (Ri) 10/02/2008
Review and pics by Hymal
Il Carnevale liberato di Poggio Mirteto (Rieti-Lazio) è una tradizione a dir poco affascinante, alcuni lo chiamano carnevale anarchico, altri etilico, altri ancora carnevale anticlericale.... e di certo si, ha una sua precisa denotazione: viene festeggiato esattamente alla conclusione del carnevale cristiano. Il tema è chiaro, manifesto, politico... ma per una volta tanto ha portato in piazza migliaia di giovani e non, bambini.. e tante tantissime maschere.
Ho snobbato il carnevale per anni, mi annoiava vedere la passività borghese con cui veniva vissuta questa festa... e invece domenica ho ritrovato un pò di genuinità perduta, la fantasia, l'unione, l'allegria.. quella vera, non scontata, direttamente elargita dal cuore.
Da Poggio Mirteto Scalo al paese vero e proprio sono solo 5 km, ma percorrerli è stato delirante, una coda di macchine quasi interminabile, orde di giovani in maschera in cerca di passaggi e di corriere, parrucche colorate, cappelli bizzarri, occhi dipinti... personaggi di ogni dove si affaccendavano a raggiungere il prima possibile il centro del paese. E del resto anche noi.. che dopo qualche tempo, un posto di blocco di proporzioni discrete, e la ricerca di un parcheggio, abbiamo faticato non poco in quei km.
Ma alla fine.. il premio.
Appena arrivati chiediamo subito dove trovare del buon vino, che è una delle specialità contadine del luogo a cui proprio non si può rinunciare.. il rosso è finito, mentre il bianco ancora c'è, rigorosamente in plastica, mi accontento di un litro e mezzo. Ci inoltriamo nella folla e cominciano a sfilare ogni sorta di personaggi.. elfi, demoni, pirati, alieni.. gruppi musicali si alternano per la via principale, ska, rock progressive e più di un gruppo di samba organizzati come orchestre sfilavano piacevolmente chiassosi con orde di persone al seguito.
Non mi sarei mai aspettata così tanta gente neanche me lo avessero raccontato. La piazza principale era ricolma.. ci si perdeva facilmente di vista in un vortice di allegria che sembrava riportarti bambino. Giochi, scherzi, canti africani, schiume e coriandoli, urla, risa... lo spazio era saturo e i sensi sovrastimolati. In fondo il classico pupazzo simbolo della manifestazione, così dopo aver visto e ballato lo ska sotto al comune o sotto a qualche chiesa, ecco una caricatura in cartapesta di cui non si fa il nome ma solo un'accurata descrizione a mò di indovinello, destinata a perire tra le fiamme e la gioia degli astanti.
Gli incontri sono fugaci, il concerto finisce, il buio è calato e del pupazzone non è rimasto se non un mucchio di cenere.. le band rimaste concedono il loro ultimo bis e ogni cosa comincia ritornare al suo vecchio ordine, gli amici si abbracciano e ognuno riprende la via di casa.. e la mia bottiglia, ma dove è finita?
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