The Plot Thickens 2 @ FOA Boccaccio – 27,28 Giugno 2008
Report by Gilly Sephira – Pics by Drex
Ciò che mi è sempre piaciuto del Boccaccio è stata la capacità di conciliare al proprio interno una varietà di eventi fortemente eclettici, convogliando volentieri aspetti musicali, teatrali, artistici, con un entusiasmo che purtroppo non è riuscito a sovrastare l'interesse economico dello sgombero.
Requisiti che personalmente non ho trovato in altre realtà che dovrebbero essere sulla stessa linea d'onda e che magari hanno anche più spazio a disposizione.
Gli ultimi due incontri hanno preso piede Venerdì 27 e Sabato 28 Giugno e hanno visto funzionare ogni singola parte della coloratissima fabbrica dismessa.
Hanno partecipato all'evento artisti di ogni tipo e la selezione musicale è stata molto varia, così da permettere l'affluenza di palati di tipo diverso.
Abbiamo spazio per i live set ambientali/industriali di Crop Circle , artista piemontese attivo dal 1999, che permeano la sala di atmosfere altalenanti dal silenzio reverenziale allo stridere e a suoni che sembrano perdersi fluttuando, accompagnati da video bizzarri, inquietanti, tra occhi di bambole, lotte gemelle, penetrazioni mortali e fontane di sangue nero. A volte sono proprio le immagini a stridere con la parte musicale e mentre tutto si fa più truce, i suoni sono più soavi.
Angolo marziale da parte di Sala delle Colonne (già visto di recente al festival Regio Manicomio), vengono ripresi i canti di guerra, fields recordings, letture pagane di dei e scongiuri e scorrono immagini del passato girate nel veloce super8, suoli trincerati e scoppi di bombe, suffragette in manifestazione, soldati che si preparano ad andare al fronte…
La calura estiva ha permesso anche di stare nel cortile all'aperto, qui i protagonisti sono stati Tana e la crew del Boccaccio .
Il primo ha effettuato il suo show entrambe le giornate, anche se a dire la verità quello del Sabato è sembrato un po' più breve rispetto a quello del Venerdì. Strutture di metallo, animali androidi, cyborg, tute da lavoro intrise di olio che cola anche sul viso, fiamme che penetrano il corpo vuoto dei tubi, manovre sconosciute tra accordi di basso storpiati, allungati, modificati, come se si stesse giocando con la plastilina.
I secondi hanno organizzato uno spettacolo in maschera, con i visi dipinti; musica pesante, decisa, incazzata, grazie soprattutto al contributo della chitarra elettrica, del suo timbro e del suo modo di scandire tempo ed accordi. Danze di fuoco tra corde, bastoni, rastrelli, scintille per terminare in una ruota della fortuna e mi sembra di vedere il tifone e il tritone che appaiono ai lati e la sfinge sulla sommità, vortice dell'apocalisse che distrugge, ma anche rivoluzione che porta ad un nuovo inizio, più avanzati di prima, più consapevoli.
Nel capannone più grande hanno trovato spazio diverse opere, sculture di scheletri alieni appesi al soffitto, che cadono pesantemente sopra le nostre teste, muri coloratissimi dell'ultimo minuto, creature di metallo e rottame, disegni fatti a penna di una precisione colossale, dipinti in bianco e nero dalle forme e occhi espressivi, parole e colori, sopra ad un tappeto di quello che deve essere stato un campo da calcetto.
Gli inglesi Hekate hanno proposto dei video surreali che hanno girato a random per entrambi i giorni nel teatro “pericolante” e un vero e proprio spettacolo teatrale recitato sia faticosamente che non in italiano, a sfondo futuristico, contro la morale del consumismo; colpisce la personificazione del centro commerciale che viene finalmente messa davanti alla realtà.
Le notti si sono prolungate e perse nella felicità del ballo e degli amici con live set e danze a suon di elettronica; la prima notte è stata affidata alle mani di Black_D, Vorah, Siz, Mint , mentre il Sabato è stato tutto del sound system londinese Hekate.
___________________________
Il PROGRAMMA