Sonica Edition 2007@ Casoni (La Spezia), 02-06/08/07

Text and pics by Hymal

Un viaggio che è valso la pena di compiere quello per arrivare al Sonica 2007.
Essendo la terza edizione a cui abbia partecipato ero partita con l'idea che quest'anno il festival si sarebbe confrontato con la fatidica prova del nove.
Per quanto la prima edizione abbia senza dubbio sfondato il portone dei grandi festival internazionali di musica elettronica in Italia, questa edizione a mio avviso ha superato di netto le precedenti. Sicuramente questo è stato il festival della natura e delle persone, che insieme sono riuscite a creare una magia che è durata circa 5 giorni. Stranamente sotto questa luce le pecche a livello organizzativo hanno lasciato il posto a un paesaggio da "signore degli anelli" , una scenografia naturale patrimonio tutto nostro che ci ha regalato tanto stupore e bellezza allo stesso tempo.

L'impostazione del festival è stata più che azzeccata, il tema ambientale era doveroso, la sostenibilità, il riciclo, il rispetto della natura, la raccolta differenziata hanno vinto, perchè di fatti non ho mai visto un festival così scrupolosamente pulito da sempre. All'ingresso, oltre che al braccialetto, ti venivano consegnate due sacchi per la raccolta differenziata e un contenitore di plastica dove mettere mozziconi di sigaretta (e se consegnato al recycle point, in cambio venivano dati dei gettoni per avere in cambio una birra fresca). Oltre allo staff addetto alla pulizia, sono stati coinvolti tutti i partecipanti a tenere il posto pulito e a collaborare pienamente in questo. E così è stato.

Quest'anno l'area campeggio è stata superlativa, una pineta smisurata in cui poter alloggiare: tende, teloni, drops di ogni colore e comodissime amache hanno popolato l'intera area, dove potevi sentire parlare ogni tipo di lingua, una Babilonia fatta di tende, australiani, israeliani, tedeschi, austriaci, portoghesi, spagnoli, greci, cinesi, inglesi, messicani e chi più ne ha più ne metta. E' stata magia sin dal primo istante.. si poteva respirare un'aria decisamente amichevole se non addirittura familiare, di quelle situazioni in cui, passeggiando tra le tende o per il sentiero principale, era facile incontrarsi e salutarsi con persone mai viste prima di allora, il clima sereno e disteso, i volti sorridenti, voglia di divertirsi e stare bene. Un confronto umano tra culture totalmente diverse tra loro, che ha trovato come punto di unione il festeggiare se stessi e la vita. A ridosso del campeggio le docce, che a differenza dello scorso anno sono state meno efficienti, in certi momenti del giorno il servizio veniva persino interrotto, certo.. mi viene da pensare che erogare dell'acqua a una quota di 1100 metri non fosse del tutto facile e in quei giorni si erano verificati già alcuni incendi nella zona a causa dell'eccessivo caldo, e quindi ciò non ha semplificato le cose.

Ai piedi della pineta-campeggio vi era la strada principale che serviva le varie aree e giusto di fronte vi era l'area mercato, un vasto susseguirsi di gazebo e punti vendita di ogni tipo di articolo, abbigliamento, artigianato dal mondo, utilità varie e da qui si poteva accedere sia alla zona ristoranti, essenzialmente vegetariani, che alla zona benessere dove in vari stands vi prendevano luogo sedute di yoga, conferenze,cinema psichedelico e documentari, massaggi di ogni tipo, lezioni di yoga, pranayama e meditazione e fino al Duende, dove vi era persino la possibilità di fare una sauna secondo il metodo degli indiani d'America, fautori della particolarissima cerimonia di apertura del festival, caratterizzata da una sorta di rito propiziatorio inneggiante ai cinque elementi costituenti la natura e il creato.

Al centro di questa area un grande falò, che di notte era veramente suggestivo. Camminando in tutte queste aree potevi scorgere ogni tipo di persona, una varietà assurda di personaggi che mai avresti pensato di vedere riunite assieme in un medesimo luogo, dai vecchi hippies anni 70 ai bimbi figli dei travellers goani di oggi, tante le famiglie con prole a seguito e tantissime persone che non potevano non passare inosservate per qualche loro caratteristica speciale.. senza contare chi, truccandosi e mascherandosi o semplicemente rimanendo col corpo nudo ma dipinto in colori sgargianti si improvvisava giocoliere o animatore coinvolgendo tutte le persone che potevano capitar loro a tiro.. come i dispensatori di abbracci gratis-free hugs!

A ridosso dell'area ristorazione vi era una improbabile struttura gonfiabile della Duracell, unico vero sponsor della manifestazione, una nota stonata in un complesso di situazioni e di luoghi che avevano solo a che vedere con l'uomo e il suo inserimento nel contesto naturale, struttura questa che è stata disertata dai più, anche se musicalmente parlando ha avuto da offrire selezioni minimal di un certo livello.

Di fronte a queste aree verso il promontorio, vi era il primo importante stage, la chill out, da cui si potevano ascoltare selezioni di ogni genere, tra cui minimal-trance, progressive e anche concerti etno-jazz. Il sound system anche per questa zona rigorosamente Funktion One che ha garantito una resa sonora impeccabile e decisamente ponderata, oltre che la possibilità di sedersi e poter ascoltare tranquillamente le esibizioni su apposite stuoie.

E proseguendo per la via principale, da cui si distribuivano le varie aree del festival, si accedeva direttamente al main stage, da cui si sono esibiti i maggiori artisti della scena trance mondiale. Inizialmente l'impatto visivo è stato deludente, ci si aspettava di vedere una struttura molto più eleborata di quella trovata, ma poi effettivamente la scelta non è stata poi così sbagliata. Il quadro che la stessa natura descriveva rendeva superflua qualsiasi altra decorazione e la stessa struttura sembrava si fondesse con il circostante senza entrarne in contraddizione. Certo, qualche luce in più durante la notte avrebbe aiutato a una maggiore iterazione tra chi stava ballando, poichè spesso in queste situazioni la danza è un veicolo di comunicazione che viene mosso si dalla musica ma anche dalla capacità di ciascuno ad interagire con l'altro.. e tutta la scenicità dei personaggi poteva essere ritrovata soltanto alle prime luci dell'alba, dove come un incanto la luce mostrava il delirio che era stato incubato fino a quel momento nella dance-hall: migliaia di persone che ballavano e che si ritrovavano in un momento di pura gioia, grazie anche alla musica che durante il giorno era sempre più incalzante. Piedi che battevano il terreno seguendo il ritmo dei bass-line, stili diversi di danza, gioia nell'esprimere se stessi e di condividere un momento di assoluta bellezza.

Ma sicuramente,almeno per me, il momento più bello è stato scalare il picco della montagna ed arrivare sulla sua vetta più alta e poter godere di un panorama mozzafiato mentre il sole sorgendo faceva capolino dietro una maestosa cima, un 360 gradi fatto di picchi svettanti, di boschi che si perdevano a macchia d'olio fino alle vette delle Cinque Terre che come lame andavano poi a precipitare nel mare descrivendo quello che era e presumo fosse il golfo di Genova. Tutto questo ad un'altezza di 1100 metri.. da cui potevi sentirti finalmente nel punto in cui terra e cielo erano una cosa sola.

Le sonorità mattutine erano sicuramente molto più calde, supportate sempre dal sistema Funktion One che ha reso il suono estremamente potente, dalla dark notturna si era passati alla psy-full on, fino alla progressive che è stata dominante per quasi tutto il festival, alcune sonorità si avvicinavano sicuramente alla tech house e alla minimal, come per esempio Stella Nutella, che ha esordito con un dj set notevole e molto variegato e ironico nei generi.E di tutte le perfomamces mi hanno sicuramente colpito quelle mattutine (e alcune notturne-dark side) soprattutto nei loro momenti live: Gms, Etnica, Ace ventura, Xp voodoo, Edoardo, Silicon Sound, Zen Mechanics, Bamboo Forest, Kindzadza. Senza dubbio la sensazione predominante è stata quella di sentirsi in un posto fuori dal tempo e dallo spazio, dove le idee e i pensieri delle persone erano tutti proiettati verso una medesima direzione di benessere da cui trarre ispirazione. Quanti sorrisi, quanta disponibilità, quanta gioia.. alle volte mi sono chiesta se stessi davvero camminando in un luogo di questo mondo o se mi fossi improvvisamente teletrasportata su un non-luogo alieno in piena età dell'oro popolato da personaggi degni della più fervida fantasia.

L'ultima giornata è stata quella più carica e densa di emozioni, ma anche la più controversa dal punto di vista musicale, la chiusura di James Monro per molti non è stata all'altezza delle aspettative e magari là dove si attendeva un set trance si è palesato invece una slow tech house, che però a mio avviso, tecnica a parte, non ha affatto sfigurato col momento in cui è stata eseguita, sarà stato che ero sul picco della montagna, sarà stato che ero al di sopra di tutto e in ottima compagnia.. e che in quel momento il calar del sole, scandito dai lentissimi bpm sembrava fosse il sipario che calava su un festival decisamente emozionante e ricco di sensazioni extra-ordinarie.

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dECO CURATI DA tRANCE kARMA

Altre foto: PEOPLE - PANORAMA - DANCE - VARIE (by Hymal su Flickr)

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