Italians do it better @ Arci Blob (Arcore), 20.01.07

text by Gilly - Pics by Drex e Gilly

"Italians do it better" e lo dimostrano ancora in questo nuovo evento organizzato da Andrea Reali, facente parte dell'etichetta Ebriarecords ( www.ebriarecords.com ) all'Arci Blob di via Casati ad Arcore.

L'apertura della serata è affidata ai Satan is my brother , che ci accompagnano con la loro musica attraverso una notte insonne, lungo una strada che non finisce mai. Ansia di fine contrapposta al lasciarsi andare a questa atmosfera notturna distorta soltanto al nostro sguardo, ubriaco di tutto e niente, assonnato, disorientato.(Lost in Highway) Espressioni totalmente rese dal timbro della miscela sax-trombone, ora in crescendo, ora in diminuendo, che dialogano, battibeccano, discutono, si sovrastano, si accompagnano e si uniscono alle strutture elettroniche sentenziate dal laptop, al ritmo della batteria e ad altri suoni di campanelli o del microfono utilizzato come percussione.

Segue Eniac , che subito appare come un fanciullo introverso con la voglia matta di sperimentare per fare uscire il subbuglio che ha dentro. Campionamenti, distorsioni, loop, glitch, pochi frangenti in cui si fa spazio la cassa in 4/4, interludi più silenziosi che fondono tra loro power ambient, elettronica intelligente, glitch.

I visual si succedono freneticamente nel telone dietro al palchetto, a volte si fa fatica ad afferrare le immagini con lo sguardo (e anche con la Nikon). Trasmettono una sensazione di assenza di tempo (proprio come l'orologio senza lancette che appare ad un certo punto tra le decine di immagini diverse), dove anche il ritmo dell'esecuzione elettronica prima sfugge in continuazione dalla percezione e di seguito comincia a non avere più importanza predominante, il suono è il protagonista manipolato.

Ci si sposta nella sala superiore dove un duo particolarmente interessante ha preparato una performance che stupisce ed esce dal cosiddetto "ordinario". Si tratta de Il Babau e i maledetti cretini , nome che subito ci proietta nel mondo surreale (ma anche no) dello scrittore italiano Dino Buzzati, una fantasia che viene ricreata dalla chitarra, da una Korg, da richiami per uccelli, ma soprattutto dall'aspetto narrativo.

Il metronomo comincia a ticchettare e con esso si fanno avanti piccole melodie minimali e giochi di liquida voce che inducono nello stato di rilassamento in attesa della narrazione.

I racconti di Buzzati prendono dunque vita, grazie anche alla capacità espressiva priva di esitazione del narratore. Un dialogo fra voci e chitarra, le cui risposte e accompagnamento risultano ironici a tratti e che permette di immaginare le scene del racconto in modo nitido, tra la luce morbida delle poche candele che illuminavano la sala.

La serata si conclude con la ricca performance degli EX-P , accompagnati in alcuni pezzi dal grintoso sassofonista Cartolari. Un'introduzione piuttosto leggera e armonica che può vagamente ricordare la malinconia dei pezzi dei Giardini di Mirò; presto però la situazione comincia a cambiare e sgretolarsi in un'atmosfera in cui il tempo viene ancora perduto.

Miscuglio in cui grave ed acuto si fondono, ogni strumento costituisce un universo a sé stante che sembra stridere e sposarsi allo stesso tempo con quello degli altri, senza più dei netti confini (che mai forse ci sono stati). Il risultato è un insieme altalenante di prog, free jazz, avant-garde, contrattempi che corrono e sfuggono e come spirali travolgono, per poi terminare in un congedo post rock tendente questa volta verso lidi più psichedelici.

Drexkode.net ver.2.3 2004-2007 - Art by Gilly *Sephira* Majo