TEQUINOX - Rave Party - Milano 24/09/05
Dovrei decidere quale colonna sonora sia migliore da tenere come sottofondo a questa recensione. se un turbine sincopato... lo sbattere di biglie da cuscinetto entro condutture fognarie... una stampa di lamiere in 4\4, memore di quella nottata presso l'ex insediamento industriale della INNSE Presse. Oggi i pantaloni puzzavano ancora di olio per la manutenzione, più che una notte di danza, rimembrando i suoni e gli aromi, gasolio incluso, pare di aver vissuto un turno di 8 ore in tuta blu. Massima solidarietà agli operai che in quelle arcate di cemento armato e travi arrugginite ci han trascorso una vita intera. Quei luoghi hanno storie da raccontare; il dormitorio che sta nascendo lì attorno dopo il fallimento della grossa industria italiana tace, le tute blu sono state sotituite dagli allevamenti in batteria delle compagnie telefoniche. Amen.
Il paesaggio iniziale è labirintico, camper, auto, autocarri, stazionano da tempo, pare nutrita la presenza di francesi ma più di tutti gli immancabili cani, dopo l'olio e il gasolio sono la terza presenza olfattiva dell'evento.
Prima sala: appare come una Hall, alla reception birre e acqua a buon mercato e magliette..dall'altro lato i dj's armeggiano ai piatti e mixer, nascosti da pareti nere che gridano fino all'alba e oltre. Quando l'atmosfera si scalda compaiono i vortici e i giochi di luce che nella nottata si faranno sempre più frequenti..
Transito all'esterno, altro labirinto, l'ingresso nell'immenso capannone, quanti cazzo di metri erano, 200 per 100? Al centro il piccolo tempio venerato dai devoti, la Gerusalemme col muro del pianto, l'abbraccio alle casse, la stretta per non esser spazzati via, con l'industria discografica il dj emerge dallo sfondo, qui viene rigettato nell'ombra, l'uomo è solo un mezzo.
Quello che scopro vagando oltre il limite verso il fondo, dove il tempo di latenza del riverbero crea nuove ritmiche, è una pozza che pare una galleria sotterranea per il passaggio della metro, con il riflesso delle travi e delle vetrate.
Immancabili secondo tradizione le costruzioni metalliche trash, più di tutte però colpisce il carro trainato da un cavallo da tiro, (ad un certo punto sento una tipa che fa: "Ma il cavallo è vero?"), spettacolare lo era ma il gasolio con cui bagnava era molto salutare..in effetti all'alba quel velo grigio nell'aria era un insieme dei fumi artificiali, quelli veri e un bel polverone di cemento che svolazzava..
I giochi di luce trasformano a poco a poco il luogo in un teatro mutoide..anche questo un po' secondo tradizione ma la nikon è l'alleata delle mie notti e permette presentazioni che il nostro povero cervello non codifica...
In un altro capannone enorme scorgo anche una piccola area drum'n'bass, certo che i tombini potevano curarli di più alcuni erano scoperti, al buio il rischio di finirci dentro non era poi così remoto.
Sulle prime sentendo l'MC che rappa ho pensato di trovarmi di fronte ad una miracolosa importazione del GRIME in Italia, niente, moriremo tutti con la speranza di vedere crescere anche qui quel che in Inghilterra cova nelle radio pirata e ultima espressione della cultura nera inglese..ma se ne è accorto qualcuno quaggiù? BOH!!
Nella sala all'ingresso, poi diffuso un po' ovunque, il d'n'b conquista il suo spazio, poi sfiora i limiti del noise con breaks che fuoriescono dal dominio della dance e approdano alla dimensione del tornado di suoni e ritmi .
Prime luci, ore 6:30 si rivela la presenza della struttura in vetro, cemento armato e travi arrugginite.
vago con Remu verso il fondo alla ricerca di un angolo che catturi l'emozione. traducendo in digitale credo di riuscire ad esprimere il senso di ciò che vado raccontando, con le sole immagini, chi è dotato della medesima sensibilità non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.quel che scopro si commenta da sé..
L'alba permette inoltre di uscire allo scoperto e comprendere dove abbiamo sostato la notte..se un tempo l'Abbandono lo ritraevano con la morte solitaria di Thomas Chatterton.
..oggi è per me rappresentato dall'agonia di un secolo industriale..e noi danziamo nei loro corpi in decomposizione...
All'esterno riprende la vita, pare un po' l'alba dei morti viventi a tratti,a volte pare che l'aspetto sia il medesimo che osservavo ventanni fa nei centri sociali dopo un concerto punkharcore.cani.qualcuno barcollante, sostanzialmente molti umani che si fanno i cazzi loro e cercano ognuno la propria strada. si..dai qualche automa e volti sfigurati vagare senza meta. forse era l'ora tarda.. :-)
Forse mi son perso pure qualcosa..qui dentro alle 7 c'è 'ardkore, a fianco altra piccola "officina"..forse altrove.ma..
Questa la lascio alla fine perché è quella che assume più significati.. qui c'è la ricostruzione, il decollo industriale, l'Italia, l'emigrazione, il cinema, le lotte, i diritti sociali, la politica, la militanza, il costume italiano, l'architettura, l'archeologia, la Milano che fu, i cocci della Milano che è , il degrado, 15 anni di musica e vita nomade, il cambiamento della mia visione musicale, Einsturzende e Test Department, l'ardkore di ieri e il break di oggi..la trance psichedelica che non c'era.
Per molti un rottame..per me un monumento. che racconta un intero secolo.buttatelo giù..c'è fame di case..i conigli devono continuare a riprodursi..sennò i cinesi ci schiacciano.si..c'è anche la Cina in questa immagine..io la vedo..!!