Sincronie 2005 - E A S T a.k.a. W E S T - 15/12/05, ore 21
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"
Sala delle Colonne - Via San Vittore 21, Milano

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

A Milano, un anonimo giovedì sera, con la pregiata cornice della Sala delle Colonne, nel Museo della Scienza e della Tecnica, scoperto per caso dal sito di Otolab.

Lo penso da tempo che Milano esprime il meglio di sè durante la settimana e pare addormentarsi spesso durante il weekend... ed esiste una proporzionalità anche tra il silenzio che gravita attorno ad alcune serate e la loro capacità di riuscita.

Sincronie 2005, una di queste conferme.

In una sala che accoglie 300 persone, forse la metà sedute in diversi punti, con ampio spazio di movimento per la gioia dei reporters, si collocano piccole postazioni dove "E.A.S.T also known as W.E.S.T" può svolgere il suo desiderio di contaminazione e presentazione di fusione e contrasti.

Calan le luci su Y. Maresz, con il suo "Metallics", per tromba ed electtronica, esonda l'ambiente con presenze acustiche che si diffondono scivolando lungo le colonne, gli ingegneri del suono armano ciò che lo accompagna.

F. Paris, "Roque" per violoncello, con quel modo nervoso che ti sorprende tra silenzi, picchi improvvisi, vibrazioni e battere di dita sulle corde.

F. Mazhar e BC Manjunath, presentano "Elaborazione di un raga tradizionale dell'India del nord, voce e ritmica , il primo spostamento ad oriente, tema della serata.

R. Nova, "Ma's sequence 7" per percussioni e tromba. La contaminazione inevitabile, a fianco tromba e percussioni, il tamburello e altre pelli di varie dimensioni facevano pensare ad un incrocio più etnico, tra il folklore indiano e quello salentino, invece una composizione molto ritmica che non conserva nulla del precedente saliscendi vocale indiano, questo non è mero virtuosismo, c'è passione, non è improvvisazione data l'ampia partitura, diciamo che scappano e si acchiappano di continuo.

M. Matalon, "Traces I, 2° tempo, per violoncello ed elettronica dal vivo... e più tardi con il 1° tempo, una sagra invernale allo scioglimento dei ghiacci elettronici che lo accompagnano, è più corre precipita, avanzando in modo sospetto...

Mud con P. Basile, video:fd, con "Trance-meeting, per percussioni, elettronica e video. Sono la prima grande sorpresa, bagna con acqua i suoi strumenti insoliti, sebbene con vari nome compaiano nei paesi del Sud Italia, a cui Basile imprime un accelerazione ritmica, cerco di immaginare come potrebbe suonare se fosse del diametro di un metro, accompagnato dal laptop che gli gocciola attorno; microfono al braccio in un gioco di luci e ombre, fino a che alla sua base impazzita di tamburello una vibrazione nera pare minacciarlo di smettere..

G. Verrando, con "Quartetto n°3, per archi che si lanciano frecce ad alte frequenze, è curioso come da queste composizioni contemporanee emerga sempre un carattrre di urgenza, non sono mai pacate, anche quando si prendon brevi pause si percepisce un timore di fondo...

A. Agostini, video : zerosinapsi, con "Due blues", per chitarra elettrica ed elettronica, macchie si trasformano su una pellicola sgranata e velata, la nikon pare stancarsi di una dominante arancione, prende possesso della tavolozza e reintapreta il colore a modo suo.. hai voglia di bilanciare il bianco.. questa macchina pare posseredere una sua personalità..

BC Manjunath, un solo di mridangam, secondo tradizione Karnatika dell'India del Sud che si arrampica fin sulle pendici dell'Hymalaia, , è l'unico che nel raggiungere le sue vette non rivela profili increspati, cambiamenti bruschi ma oscillazioni delicate, è una cultura che conserva ancora qualcosa di profondamente umano, disumanizzazione invece in suoni che pare provengano sempre alle spalle o in un punto indefinito e imprendibile ..differenze...sincronie all'incrocio.

 

dies_ + orgone, presenta "Remains 03", per elettronica e video. Con dies hai l'impressione di trovarti in un pipeline con un ragno che ti tesse la tela attorno e mentre vedi il buio scomparire attendi l'iniezione dell'enzima che ti scioglie per essere succhiato, c'è un respiro basso ricamato da un ronzio che ti consuma. Otolab..in quello studio alchemico si compiono esperimenti. Otolab è una pellicola semitrasparente su cui imprimere un'analisi del reale.

M. Viel, "Quartetto n°1 (overclockd remix)", per archi ed elettronica dal vivo. Il quartetto, continua il percorso di ricerca, sondato dall'oscura mano di chi cura gli electronics... Unione di mondi, queste sono le feste di matrimonio a cui amo essere invitato... Tutti quei laptop e onde su lcd di fronte sono uno scontro ancor più forte dell'eastwest, sono tutta la nostra storia musicale d'0occidente che si confronta.

R. Nova - video xo00, con "Ma's DGD sequences (11x8@destruction generating deity)", per ensamble ed elettronica dal vivo. E' il GRan Finale, una jam session di est, ovest, passato, presente, con quartetto, raga e pino, chitarra, maestro, video sovrapposti...... credo che sul fondo di queste frequenze moltiplicate della Sala delle Colonne ci sia un aspetto che contrasta maggiormente con il resto ed è la parte ritmica indiana.. una videocamera, sotto l'effetto di una luce rossa riprende oggetti in legno e cartone creando un video che pare un'analisi tridimensionale dello spettro acustico che ci circonda..

F. Romitelli, con "Seascape", per flauto Paetzold contrabbasso amplificato. Uno strumento inusuale, a volte pare un respiro, il vento che soffia negli infissi, un po' sommozzatore, un po' per chiudere la serata e allentare le tensioni di chi lo ha preceduto, lasciandoci navigare, ognuno nel proprio immaginario e poi i saluti.

Non l'avete mai visitato? Che aspettate? Vero è che gli oggetti staranno sempre lì ma Noi siamo qui solo di passaggio... Poter vagare soli al museo oltre la mezzanotte ha un suo fascino, meglio ancora se avessero spento la luce, animando la sala degli orologi, accompagnati da un cello che si lamenta per averlo lasciato solo. Certo che a farsi rinchiudere qui dentro nascondendosi avrebbe un sapore da romanzo di inizio '900.

Un saluto a Pino Basile, simpatica e fresca conoscenza per una breve chiacchierata sulla musica del nostro Sud, e Otolab, che non ho ancora compreso di quanti membri è composto, prima o poi mi disegneranno la mappa; in fondo è grazie a loro se sono arrivato fin qui.. keep in touch!!

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