New Year Free Party 2006 - Near Milano, 31/12/06
text by gilly - pics by gilly and drex
Un'assenza prolungata, forse per delusione o mancanza di tempo, ma grande era la nostalgia di quel battito che Ti tocca dentro, la vibrazione che Ti trapassa come una lama che non taglia, ma fa godere e rilassa, ma più di tutto ci mancava quel sapore industriale, l'atmosfera mistica di cui si impregnano i luoghi abbandonati.
E' notte da poco inoltrata quando ci apprestiamo a raggiungere il luogo che avrebbe ospitato il saluto definitivo all'anno morente e le prime ore del novello; struttura maestosa, un blocco unico di cemento, che farebbe gola anche ai nuovi centri commerciali, dotato anche di un parcheggio che dovrebbe essere preso in considerazione per smazzare tutte le famigliole felici che vi si ammassano i sabati pomeriggio e le domeniche. Quattro piani in cui infinite colonne invadono lo spazio e si perdono allo sguardo; poca è la luce che riesce a penetrare la struttura, pochi raggi e qualche vetrata libera dalla corazza che lo ricopre, il resto viene inglobato nel buio.
Ventre di manodopera che evidentemente ora non serve più, ci si fa strada con la pila per scoprire e osservare la grandezza di ogni piano.
Molto il tempo passato ad esplorare questo luogo che stupisce ad ogni passo, ad ogni sguardo; ora delle vetrate che riflettono l'ambiente circostante o le luci dei soundsystem, ora un corridoio che si perde nel buio, ora la rampa spiraleggiante per il passaggio delle automobili verso i piani superiori, ora una piccola struttura costruita tra gli alberi a fianco del gigante (forse un luogo di rifornimento), ora un condizionatore non troppo distrutto aperto a mo' di lezione di anatomia in cui si vede tutto l'interno, ora uffici spogli di ogni tavolo o chissà che altro, ora il profumo dell'attività non se n'è ancora andato.
Ci si promette di ripassare durante il giorno per immortalare meglio questi quadri, nel frattempo si cammina tra i sound e le decorazioni create per l'occasione intelligentemente illuminate per far loro acquisire uno spirito vitale e luminoso.
Ci si ferma per qualche momento per sentire quei battiti che tanto sono mancati nel corso del tempo; ferma dietro alla folla danzante, grande è l'istinto di agitarmi e andare là in mezzo, ma rimango immobile dietro a tutto, come se stessi sulla somma assoluta di un colle con il tutto che si estende innanzi e io ne recepisco gli impulsi sorridendo con espressione già oltre all'insipida soddisfazione, due realtà che si fondono e quel momento è tutto per me.
Non esistono mezzi termini musicali, da una parte si trovano liveset mattinieri melodici come mai mi era capitato di sentire in un techno party; ritmo molto lento diverso anche dalla solita drum'n'bass, un dibattito di suoni in cui la parola è data totalmente al sintetizzatore e ai frequenti interludi no beat atmosferici, come melodie di violini che accompagnano un risveglio o un paesaggio di sogno. L'altra parte è stata riempita prevalentemente da hardcore, immagino che i "veterani" non abbiano apprezzato questa monotonia musicale da parte di alcuni sound; le esplorazioni hanno portato via molto più tempo rispetto all'adorazione della cassa, per il poco che si è potuto godere non ci sono lamentele aggressive e in situazioni di stupore il giudizio critico lascia il tempo che trova.
Sembra che il giorno faccia fatica a farsi strada attraverso il tempo, la foschia come un filtro ritarda la manifestazione della luce che una volta sbucata non impiega molto tempo per impadronirsi dell'atmosfera e non si pensa due volte a trovare l'ingresso per accedere ai piani superiori e arrivare infine alla sommità della struttura.
Tetto enorme solcato da piccole stradine di cemento, sabbia come sassi, il pensiero comune è stato rivolto all'analogia con la spiaggia, già si immaginava una possibile location in versione estiva con ombrelloni piantati qua e là nei buchi che nemmeno a farlo apposta erano già creati. Gabbie di rete metallica arrugginite in ogni angolo del parallelepipedo, ricordano i posti di guardia di qualche braccio malfamato di una prigione americana, ma almeno per il momento le aziende non sono da salvaguardare come castelli o carceri.
Piacevole e rilassante risulta la vista, ottima dopo tutte le sgambettate della notte; si ignora il freddo e si osserva la vita che si muove giù nei parcheggi tra fuochi, piccoli sound musicalmente eclettici che dimostrano nuovamente la ricchezza musicale che ha dato questa festa (preponderanza di HC a parte), persone, cani e mezzi che vanno e vengono da ogni angolo od entrata .
E' tempo di riprendere il cammino verso nuove esplorazioni, ora che la pila ha esaurito il suo compito è molto più facile addentrarsi in ogni vano della fabbrica, benché alcune parti rimangano ancora nell'ombra, ma è giusto che sia così e ogni situazione si scopre avere la giusta luce ed atmosfera.
Non solo la luce si fa strada nel corso delle ore, ma anche un freddo che risulta più pungente di quello della notte e paralizza le mani impedite quasi anche a scattare una fotografia non troppo impegnativa; si opta dunque per la strada verso casa, sperando in una nuova festa, perché molti lati della struttura risultano ancora da visitare, per non parlare dei capannoni esterni che i nostri passi hanno ignorato per questo evento.