The City of Tomorrow - Party psichedelico, Leoncavallo, (MI) 31/12/2004

........Brain connection .........................

zzzzzzzzz..............First final report, "intenso quanto l'ultima Notte". Under Drexkode license.

Ore 3:00, Milano, City of Tomorrow, Drex si avvia veloce con passo furtivo lungo reminescenze di Sprawl, tra lo sferragliare di un merci carico di preziosissimo rame, rubato dai cinesi, riflessi veloci in pozzanghere arrugginite da rottami sparsi ovunque.

Rapido, dentro il portone, dove una fila di devoti del Rastafari, armati di stellette d'argento che brilla sullo sfondo rosso, attendono di tributare al loro credo quei 6 € che paiono donati per recuperare la dose di una polvere angelica.

L'ingresso, già il corpo entra in risonanza con l'intensificarsi delle vibrazioni che scuotono muri dove l'umidità ingaggia una lotta senza fine contro slogan variopinti, continuamente sovrascritti.

Si varca la soglia di un tempio ove si consuma l'atto sacrificale di ogni Volontà, un destino il loro crollo , sul battere di casse che viaggiano ad una soglia di bpm pronta a dissociare mente e corpo, accadde e Drex, in veste di agente, comandato dall'oscura mano del suo mandante, si calerà fin nelle profondità di questa meta sonora.

Sugli schermi che circondano lo sguardo, immagini che scompongono l'umana logica, sono in continua rotazione, come frattali multicolore, riemergono e si inabissano lasciando brevi tracce sulla sua retina sintetica.

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Un cambio generazionale, troppo tempo lontano da ambienti un tempo familiari, Drex si arresta e sbarra gli occhi, la meraviglia lambisce i più vecchi ricordi, li avvolge e li trascina con se in un viaggio che terminerà in un'alba grigia come la Noia, con quel cielo milanese, velato di nebbie lontane, ancor più grigi palazzi vegliano dall'alto e più alta una Luna, scruta curiosa un'insegna pubblicitaria che traspira la stanchezza di chi dimora ore, per una misera paga, digitando stancamente caratteri privi di espressione.

A Milano, pareva impossibile, si compie nuovamente, come per un arcano e inatteso prodigio, la ritualità di un Psy Party.

Tutto comincia a pulsare e timidamente c'è chi muove i primi passi, chi ha già varcato la soglia del catalizzatore emotivo, chi, privo del giusto sentire, vaga impermeabile ad un'acustica che non troverà in loro i giusti attributi.

Il corpo si immerge, una danza senza tregua, inversione della freccia temporale e già si affacciano ritmi di antiche tribù. Qualcuno dallo sguardo spento, altri che non mascherano una tensione biochimica, tradiscono il rispetto dovuto ai loro corpi e rimangono devoti ad una E, che come un'insegna luminosa in un quartiere porno attira l'ignaro turista nel suo ultimo viaggio. Vivranno una vita di paranoia irreversibile, ansie e paure all'apparenza prive di senso, li scuoteranno fino alla loro ora finale.

Saranno quattro ore e mezzo di danza intensa, quasi senza sosta, suoni che autoalimentano un sistema biologico, ripristinando energie liberate, in un gioco senza fine.

E in un alternarsi di cicliche tensioni psichiche si innalzano vette del sentire, precipita il tutto nel baratro di bassi di magma bollente, un'onda anomala investe uno spasmodico librarsi nell'aria, per poi risucchiare ogni energia vitale, presto restituita in un reciproco patto tra la Musa e i suoi devoti.

E compaiono pure loro, orchi bardati di piercing, brandendo asce luminose, riducono in brandelli coscienze mal disposte, calpestano aiuole di serenità, chiome a fontana di un blu intenso ne ricoprono il volto, spalle corazzate al titanio fanno breccia nelle porte mentali dei resistenti, il Capo, indicando con mano pesante di anelli dorati, sceglie vittime sacrificali, trafiggendoli con chirurgica precisione e togliendo loro ogni atto difensivo, lentamente, sino all'alba, il quadrato di cemento, logoro e cosparso di rifiuti lascerà più spazio ai recidivi, ormai entrati di fatto nel consumo di un atto, che regala loro intense emozioni. L'urlo di bassi violentatori, penetra i cervelli con raggi di luce, spremendo ipofisi che gettano, in un vortice centrifugo, le loro essenze in un circolo turbolento, cascate linfatiche scuotono sensi, rivelano visioni, e tagliano, con simmetrica precisione quel binomio corpo e mente, ormai liberi di vagare indipendenti, il primo asservito alle ritmiche invasive ed ai più dolci e nefasti saliscendi, la seconda preda di elettroni impazziti in fuga dai loro orbitali, per riconfigurazioni della materia, secondo livelli di energia del tutto inusuali.

Una pausa di servizio, Drex recupera i brandelli di sé, con fare bramoso di non perderne una goccia, scopre, presso un insignificante magazzino, altri richiami per lui vitali, il freddo minaccia ogni integrità, presto infilatosi in quella nuova dimora che sarà sposa di lui, per un altra, diversa, prova di fuoco. Abbandonati così gli ondulati e misteriosi territori della Trance Psichedelica, senza pagar dazio ecco il terreno di guerra, privilegio di quella cultura afroanglosassone, slogan di battaglia delle radio pirata della suburbia londinese, le mitraglie di Jungle e Drum'n'Bass, compaio folgoranti nel loro spezzamento senza sosta. Set con tre Technics e due guerrieri ai rispettivi mixer, riprovano con la medesima strategia a trascinare vecchi e nuovi adepti al culto dei bpm che non dan tregua.

Un ambiente ridotto all'osso, punti luce limitati, vuote pareti su cui giunge sfumata una luce che se ne va e disperde lontana. Piegati al loro banco, i due muovono dita che paion dotate di obiquità, tra scratching, panning, improvvise entrate e uscite, i diffusori, neri guardiani di quel piccolo tempio, lanciano i loro proclami a ritmo vertiginoso.

Quindi non fu che una mera illusione entrare in pausa. Di nuovo il freddo, di nuovo i muri corrosi, una fuga in quel luogo malsano per liberarsi di liquidi in eccesso, calpestando l'innominabile, e togliendo lo sguardo da pasti indigesti che giacciono entro sporchi lavandini con fili di acqua.

Di nuovo laddove gli orchi sono stati ricacciati da chi non offrì loro pietà, gli Ultimi finalmente non saranno i Primi, resteranno fino a che le loro Volontà di Potenza non saranno riportate entro le prigioni del loro Essere, uscite in libertà provvisoria, richiuse da quelle chiavi d'argento, custodite dagli Antichi e, forse, mai più saranno ritrovate.

E ritorna di nuovo, come se l'allenamento permettesse quel gioco di fughe da sé, la dissociazione, la carne preda dell'onda d'urto, e il pensiero, che osserva sopra uno schermo su cui scorrono veloci spezzoni di muto, dove Anime morte e Anime giapponesi si introducono in segreto entro tubi catodici per celebrare impossibili matrimoni, è un gioco di unioni e di distanze, l'effetto delle medesime tensioni altalenanti che aprirono, presto, gli occhi ai visitatori.

Di nuovo raccogliendo a se tutto ciò che gli appartiene Drex è provato ma fresco, quanto basterebbe per una battuta di caccia, si avvia, sotto quel cielo già descritto, verso la propria dimora. Entra in casa, ripristina l'impianto hi-tech...collegamento router e switch..inserimento Compact flash in PCMCI...scaricamento foto digitali sul notebook..scrittura di getto del report in questione su l proprio letto..trasferimento in rete delle foto sul computer principale..caricamento in Adobe per un loro adatto ridimensionamento per il web...uploading presso il database fotografico di Photobucket.com..connessione al server di Electroworld....copia e incolla da word del testo...inserimento delle immagini da Photobucket...revisione finale...End report.

Non più l'alba, piena mattina del nuovo anno ma il tempo non se ne cura, se mai esistesse.

Nel silenzio, intensificato da un eccessivo rumore di fondo per la notte trascorsa, la solita vecchietta al piano di sopra è già sveglia da ore e canticchia lontana, come una Bette Davis che ha appena fatto a pezzi il proprio marito.

Dovrei dire buonanotte all'alba vinta delle 10 passate? Finchè dura, Drex torna a quell'infatuazione degli ultimi tempi chiamata Detroit Techno. Un ribelle che non si piega al dogma dell'EBM, preme il piede sull'acceleratore verso un Universo Electronico di infinite dimensioni. Lo si voglia o no è tra Voi, pronto a ripartire per l'ennesima missione, fino a che il Destino bastardo non gli ruberà l'ultima linfa vitale.

Si deve sempre provare a superare se stessi e vedersi rincorrere in una gara senza fine.

"L'esperimento deve continuare, ad ogni costo, anche se significa la morte" James Stinson - il Cuore di Drexciya (1969-2002).

Disconnected...................................

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