Non disperdetevi: Bologna 1977-1982 - a cura di O. Rubini \ A. Tinti, Arcanapop 2003 354 p. 18€

Primavera 2003. Arcana recupera un guizzo di italica ribellione creativa e confeziona un volumetto di 354 pagine di buona grammatura; curato da Oderso Rubini, produttore di riferimento, e Andrea Tinti, giornalista, illustra a pieno titolo, data la ricca presenza di immagini, il transito tra due decenni nella città dei portici. Il paesotto della rossa Emilia, culla di un movimento, il '77-'82 qui raccontati da coloro che hanno avuto un passato; si respira bene tra le pagine quel clima culturale.

E' un raccontare del Movimento, di Indiani Metropolitani, l'importanza del DAMS come accentratore e serbatoio giovanile, delle origini della musica "indipendente" italiana, dell'Harpo Bazar e l'Italian Records, l'entusiasmo, la libertà ma pure la mancanza di una visione professionale e un mercato ostile.

La storia di un giovane con un proiettile nella schiena l'11 marzo 1977 che pone fine a tutto, non a tutto, alla stagione creativa, per aprire le danze all'imbecilltà del potere armato e la folle reazione di un "Movimento" che ubriaco dell'ideologia morente impugna la le armi sputtanando le speranze di un cambiamento. Gioventù in parte violenta; il tempo ha dato ragione a coloro che di P38 non ne volevano sapere. Un PCI visto come un saldo di idee a fine stagione per aprire la nuova collezione di rossi sbiaditi che ora ci ritroviamo al potere. Poi si ripete da più parti un drammatico interrogativo, ovvero la coincidenza tra l'inizio della fine di quella avventura e l'arrivo massiccio in città dell'eroina. Cose viste altrove.

Molti i protagonisti. Skiantos: un progetto a termine per non marcire nello stardom del pop. Gaznevada in anticipo sui tempi, e tutti coloro che insieme permisero di dar vita al "rock bolognese", precedendo di poco quello fiorentino al quale verrà consegnato il testimone.

Helena Velena ci racconta in breve, sei pagine, la storia del punk bolognese, lo storico 45 "Schiavi nella città più libera del mondo". [Raf punk]. Il suo sito è disponibile qui ma Google, non lo linka direttamente, diffida dal provarci per non precisati probabili danni al computer.

Lolli, il cantautore, afferma: "Furono anni assolutamente più ricchi di politica, di utopia, di desiderio, di progetti, piuttosto che di terrorismo."

C'è anche un sapore nostalgico tra le righe dei numerosi articoli ma non potrebbe essere diversamente: anni stimolanti marchiano a fuoco l'animo giovanile, pronti a riemergere quando la realtà circostante perde colore. Compare spesso la delusione del cambiamento, l'unicità della metropoli, con i suoi portici socializzatori.

"Bologna 77-82" è intesa come un laboratorio culturale, fermento politico, estremismo (lotte sociali, il Movimento) che si è tradotto in tragedia (strage alla stazione, Francesco Lorusso); Bologna giovane e studentesca, tanto da garantirsi negli anni successivi l'arrivo di moltitudini di studenti mentre qui si sottolinea a più riprese che nell'83 tutto era finito.

Scopriamo anche che il conduttore televisivo Lucarelli era un fuori sede punk\dark romagnolo.

Da Bacileri un contributo d'analisi di taglio superiore, dipingendo un quadro artistico e sociale meno idilliaco; un giudizio al termine lapidario. Una Bologna la sua dove tutto è andato spegnendosi ai confini di un'arte "inespressionista"; "Non credo che un nuovo '77 possa tornare in futuro. La coscienza politica di uno studente medio, intendendo per politica la partecipazione alla vita antropologica della città e non partitica, è ridotta al di sotto dello zero".

Nella Traumfabrik si sperimentavano le alchimie positive e negative, i contrasti e le contraadizioni bolognesi; "l'altra" visione di Filippo Scozzari, un altro che va oltre il nostalgico e con un po' di sana e lucida incazzatura ricorda le responsabilità anche del "brillante e inconcludente grigiume di un partitone che inseguiva la chimera schizofrenica del Partito di Governo e di Opposizione". "... Poi i fricchettoni hanno preso il potere. Questo l'hanno fatto davvero, non c'è dubbio. Volevano l'immaginazione al potere, e ci hanno dato l'immagine. Noi l'abbiamo contemplata. Dove sono finiti? Da nessuna parte. Sono ancora qui, dappertutto. in televisione, nelle istituzioni, nei consigli di amministrazione delle aziende, nelle cooperative. Ci sono arrivati talmente e di nascosto, come quando portavano l'eroina dal Viet Nam, nascosta nei cadaveri dei loro compagni".

Il contributo di otto pagine di Walter Vitali, negli anni strettamente legato alla vita del Palazzo del Comune, da un taglio meno "antagonista", più volto a chiarire le dinamiche tra il Movimento e la Sinistra istituzionale.

Cavedoni, voce degli Skiantos, sostiene la teoria cospirativa, del tutto plausibile, quando afferma: "D'altro canto bisogna riflettere sul fatto che proprio nel momento in cui il Movimento si mostra più forte, arrivano nelle strade personaggi mai visti che per molti mesi offrivano l'eroina a costo zero".

Alcuni, tra i quali citerei Red Ronnie, insistono un po' troppo con quel "io c'ero.. Io ho fatto...". Red Ronnie in controtendenza afferma persino: "Però io credo si stia meglio adesso".. (probabilmente, non è un precario condannato al silenzio stampa). Forse gradiscono l'oggi allo ieri coloro che graditi dal carrozzone dei vincitori possono godere dei favori del re e delle mirabolanti carriere dell'economia moderna, anche con i loro meriti. Credo che non sia questione di confronti, l'insulto gratuito da parte di un carabiniere, l'ideologia asfissiante che degenerava in chiusure antiumane, tutta quell'eroina nelle strade, non generano alcuna nostalgia, certo è che siamo immersi in un appiattimento culturale che stimola il rimpianto di una parte dei tempi andati.

Tra le tante citazioni ancora che possono racchiudere quella esperienza e la sua conclusione bastano le parole dello stesso Rubini: "E' finita quando la crescita dei singoli non è andata di pari passo con la voglia di crescita collettiva: le distanze si sono accentuate e forse era giunto il momento di voltare pagina: era finita un'altra stagione! E' finita quando la grande energia che sosteneva quello sforzo immane non si è tramutata in capacità di gestire e razionalizzare quanto di buono prodotto sino a quel momento. E' finita quando non abbiamo più condiviso un progetto comune e ognuno ha cominciato a remare per proprio conto.

Estratti da ogni contributo al libro presenti su Astroman.it

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Conclude una bibliografia e videografia. Questa mappatura degli immaginari italiani delle recenti generazioni è intricata, ogni opera porta con se legami con altre che seguono in coda. Dunque ci starebbero anche dei documenti su Radio Alice e, perché no, trattare del fumetto di Pazienza, Scozzari, Igort, ed ancora Frigidaire, Valvoline… poi i racconti di Tondelli. Per fermarci soltanto a Bologna, poi sarà il turno di Firenze. Qualcuno vuole collaborare?

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