Krautrocksampler: guida personale alla Grande Musica Cosmica – Lain ed. (2006) 210 pag. 15€

Da dove inizio? Oggi dalla fine, ultima di copertina. Noto quelle frasi prese dalla stampa per dimostrare la validità di un'uscita in libreria. Si legge da Rolling Stone: “Assolutamente brillante.. Un'opera di straordinaria passione”. Certo che si può essere d'accordo, però è di una banalità assoluta. Nessun libro che ci piace è spento e freddo. Bisognava quindi osare di più.
Ed è pure possibile perché Julian Cope è un personaggio che non ama limiti e mezze misure. Nemmeno DK.Net a dire il vero, allora, con la mano sul cuore del caro editore che non ci denuncerà per citare l'intero preambolo di pag. 11, ecco il vero J. Cope che sarebbe gustoso scoprire già a libro chiuso.

“Krautrock sampler” è stato scritto da Cope nel 1995, poi esaurito, e disponibile dal 2006 in italiano. La nuova edizione è curata da Lain, parte del gruppo romano Fazi editore che nel 2004 si è accaparrato pure la casa editrice Arcana.

Dentro Cope aggiunge molto altro, e lì emerge la sua passione, il pelo raso sulla lingua. E' un confezionamento di amore durato una vita di ascolti che l'editore ha impacchettato in un comperi tre paghi uno che comprende per metà un racconto, dai tratti molto personali, attorno a quell'orribile termine xenofobo “krautrock”. Di fatto è Musica Cosmica, così la chiamavano i cavalieri teutonici all'assalto del rock angloamericano, quest'ultimo tempestato di gemme come pure di nobili decaduti e volgari travestiti. Basta osservare le variopinte copertine dei vinili d'epoca in questione, tra il psichedelico ed il fantascientifico, tanto che si coniò allora il termine "Psi-Fi". E la raccolta delle cover è proprio la seconda delle sorprese dentro a quella copertina blu a stelle gialle, tema ripreso da un LP dei Cluster. La terza sezione del libro, la seconda metà circa delle pagine, si compone di recensioni a cura di Cope dei migliori, secondo lui, LP krautrock.. cioè Cosmici. Solo 50, perché è un krautrock sampler, un campionamento tradotto in lettura. Qui però devo ammettere che la suddivisione ferrea in capitoli per ciascuna band o disco gli dona un che di enciclopedico, mentre Cope è in realtà molto abile nel raccontare con passione, senza alcuna riverenza per chi non si merita troppa considerazione. Quindi mi sarebbe piaciuto trovare una descrizione meno frammentata. Il cap. 8 rompe la parziale monotonia della breve storia delle band con gli LP nell'intermezzo. Pare una saga costruita attorno alla fuga dalla galera di Timoty Leary, in cui si incastrano altri personaggi: le Pantere Nere, A. Hoffmann, Giger, Ash Ra Tempel.

Cope scrive in preda ad una possessione mistico psichedelica, con la stessa radicalità del suo essere antiglobal in adorazione quasi religiosa [..”Se Zoroastro, krishna, Budda o Cristo avessero agito nel contesto della musica dei nostri giorni, avrebbero sicuramente fatto parte della scena cosmica tedesca, senza dubbio.”]. E una devozione al krautrock [“.. una delle più strabilianti, evocative, eroiche immagini dell'Uomo al Culmine della propria Magica Potenza Creativa.”[, non nascondendo il disprezzo per il progrock più tronfio alla Yes, i Pink Floyd [..”mostri di insipienza..”] o l'heavy metal tedesco [ ”.. un fastidioso zuppone di riff indolenti e rime da deficienti.”].

Sembra riconoscere nel "cosmo" tedesco la scintilla del futuro del rock e dell'elettronica... E che in Neu!75 ci siano i geni per forgiare il suono dei Sex Pistols due anni dopo , la stessa radice che lui rintraccia in Can e Faust per il punk in generale.

Ed il percorso storico procede come se si raccontasse la saga di una famiglia, con elementi che si fondono, mischiano, insomma un incesto. Ad esempio Neu! 2 fu un'ottimo risultato per Rother e Dinger ma il primo si rompe e crea Harmonia, con i Cluster, già in trio con Schnizler a nome Kluster. Dinger invece si mette al lavoro scegliendosi altri soci e forgia il proto-punk dei La Dusseldorf.

Queste duecento pagine sono forse è un po' troppo poco per raccontare un'evoluzione di questo livello o fu la musica cosmica un oggetto stellare che si consumò presto a contatto con l'atmosfera del dominio rock anglosassone? Ci si poteva aspettare di più da colui che in "Head-on/Repossessed" scrive un'autobiografia di quasi settecento pagine?

E' certamente il tributo ad un amore di gioventù e mai più abbandonato, del resto è musica questa che porta su un piano astrale, le parole sono quindi vane, risultano una sequela di nomi. Prendiamolo come un dizionario, il resto lo leggeremo con le orecchie.

Qui il sito della casa editrice: LAIN

Qui il sito ufficiale di J.Cope

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