ON & ON - Percorsi musicali tra classica ed elettronica. (Auditorium ed. - 2004 - 143 pag. 15€) -
A cura di Luca di Gennaro e Alberto Jona.
Come premessa è necessario sottolineare che questa pubblicazione ha un approccio introduttivo sul tema della diffusione della musica elettronica e sottolinea l'inutilità di stabilire barriere tra diversi "mondi musicali" a torto considerati imparagonabili. Non intende quindi costituire una fonte esaustiva sull'argomento ma un'introduzione.
Nasce da una iniziativa della Provincia Autonoma di Bolzano, curato da Luca di Gennaro, giornalista musicale, e Alberto Jona, scrittore.
Fabio de Luca, redattore di "Rumore" presenta un'introduzione alla figura del dj, trattandone l'aspetto dell'evoluzione storica a partire dall'inizio degli anni '70, il suo inserimento tra gli artisti produttori di musica e le modalità con le quali giunge a risultati musicali, con l'ausilio delle moderne tecnologie.
Si citano autentici pionieri del "sound system" quali dj Kool Herc, venuto dalla Giamaica a New York, portando in strada quelli che furono definiti i "block parties". Poi la rivalità con Grand Master Flash, fino ad Africa Bambaataa e la sua "Zulu Nation", colui che diede il via a quel che fu detto "Electro", contaminando la musica nera con il suono dei Kraftwerk.
Come altrove si sottolinea la difficoltà di un cambio generazionale nel mondo dei dj, i migliori hanno spesso più di 30 anni, pure 40. Chi ha iniziato alle origini si è potuto permettere l'accumulo di una conoscenza di generi, stili musicali e dischi che difficilmente potrebbe assorbire un giovane che si avvicina al mondo del djing, considerando l'elevata quantità di materiale ormai in circolazione.
Nel proprio articolo Claudio Coccoluto, dj italiano di fama internazionale, scrive sui rave: "..se non ci fossero stati i raves staremmo ancora a ballare Michael Jackson in discoteche in cui ti guardavano le scarpe all'ingresso". Continua poi con la descrizione della sua passione per l'House, la riabilitazione di questo stile spesso denigrato.
Alessio Bertallot cura la sezione relativa alla strumentazione e artisti. Così all'interno di una ricostruzione storica delle trasformazioni musicali si citano alcuni protagonisti trai i quali Laurie Anderson, Kraftwerk, Brian Eno, il tutto senza intenzioni esaustive ma fornendo esempi di come si possa contribuire allo sviluppo di un genere o meglio modalità di produrre musica. Sembra però una serie di citazioni casuali, forse guidato da gusti e conoscenze personali. Per alcune sue infelici uscite sul trip hop e anni '80, io però lo rimando a settembre, come si usava in tempi di maggiore disciplina.
Del medesimo taglio Boosta, dai Subsonica, quando tratta della strumentazione; dal Theremin, ai synth, campionatori fino al software. In poche pagine difficile riassumere il tutto, comunque un contributo ben pesato per lo spazio e l'argomento.
Nel capitolo 3 Madasky ci introduce alla possibilità, data dall'elettronica, di superare il concetto di tonalità, e commenta brevemente le potenzialità offerte dall'elettronica digitale, quanto a composizione musicale.
Sergio Messina, Radiogladio, offre una panoramica sull'avvento dei suoni elettronici, dalle loro origini, e l'utilizzo dell'elettronica per la produzione creativa.
Queste le prime centinaia di pagine, di rapida lettura considerando che i caratteri non sono certo microscopici.
Altre 40 sono dedicate alla musica classica. Questo è ciò che mi ha in parte deluso, i propositi del testo, come della rassegna On & On, sembrano quelli di presentare e unire due mondi apparentemente distinti. La lettura del testo invece mantiene una separazione delle due sezioni, meglio fa Messina con la citazione dello Studio di Fonologia della RAI e di Stockhausen e la scuola di Darmstadt.
La parte conclusiva quindi è un'introduzione all'ascolto della classica, con una presentazione anche divertente, traendo esempi da Brahms e Bartòk. Vi è poi una panoramica su "che cos'è un'orchestra" e una spiegazione del concetto di musica classica, colta e l'atteggiamento del pubblico nei suoi confronti, nelle diverse epoche.
Forse meglio riesce in questa intergrazione di mondi musicali il cd allegato, dove sono presentati alternativamente brani di noti autori di classica Beethoven, Mussorgskji e altri di musica elettronica, tra i quali Groove Armada, Autechre, Underworld, etc.
Nel complesso un libro adatto a chi è digiuno di argomenti di questo livello, chi ha più esperienza può solo augurarsi che iniziative simili continuino, per infrangere le resistenze che mantengono una grossa parte del pubblico pop distante dall'ultima rivoluzione musicale, figlia della moderna tecnologia.
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