Lester Bangs: guida ragionevole al frastuono più atroce - Minimum fax ed. (2005) 450 pag., 16,50€

Ecco un critico atipico, la sua è una letteratura recensoria, letteratura pop americana permeata di narrazioni personali e divagazioni attorno alla beatificazione o demolizione dei totem del rock. Un testo di difficile traduzione per il ricorso a slang e riferimenti prettamente USA.

Forse l'abitudine del leggere semplici recensioni che trattano del singolo disco ma non parlano alla nostra natura ed emozioni non permettono di coprendere il valore di Bangs, già nell'introduzione o nelle note di copertina dichiarato.

Lester era uno scrittore, parlava di sé e della vita, tralasciando anche alcuni aspetti connessi alla recensione, una reticenza di cui non lo si può biasimare, (appartengo a coloro che in una intervista o recensione vogliono trovare spunti di approfondimento per comprendere l'intricato fenomeno che è la realtà che ci circonda, la medesima vissuta, a modo loro, dagli autori); tacere parzialmente sulla musica in una recensione non è mai stato cosa grave, per sopperire ad una simile carenza bastano le nostre orecchie.

Bangs era un critico lungimirante ed accorto; alla fine de 1970, a proposito del divismo rock e difendendo gli incompresi Stooges dai vetero rockettari, dichiarava il suo disprezzo per quest'aura mitica da "superstar", come un virus che infesta la nostra cultura.

Una miscela di veleni dei nostri tempi, inclusi i tranquillanti, se lo sono portato via il 30 aprile 1982 a 33 anni; non si può dire si sia prodigato per mantenersi in salute ma questi sono affari suoi, in fondo le rockstar da lui elevate o sbattute a terra non conducevano vita più morigerata.

In uno stesso articolo si può quindi leggere di McCartney uno snob diabolico, i Jeffersone Airplane estremisti dilettanti sporchi capitalisti, Mick Jagger falso rivoluzionario ricco sfondato.

Così scopriamo che il suo intuito, passando da VU, CountFive, Stooges, gli ha permesso di individuare la strada verso il punk con largo anticipo. Ed è ancora più vicino a noi quando, comprendendo il ruolo giocato dalle macchine nella musica (scriveva nel '75), dichiara: "Ci sono, per dirla col poeta, macchine dotate di grazia amorevole. E, dall'odore di metallo bruciato delle stelle esplose più lontano, si libra limpido il balsamo involuto dei kraftwerk ".

Letto e confrontato con l'America dei supermercati del disco, Bangs è un individuo socialmente pericoloso, è un maglio chiodato sbattuto in fronte allo star system. Radicale nei gesti descritti dalla penna che finiranno prima o poi a turbare le nostre certezze e giudizi sulla qualità di questa o quella band. Diciamolo chiaramente, Bangs amava la fica, le droghe, l'alchool e non certo ultima la musica, visceralmente, forse per questo incontenibile nell'esaltazione degli elementi più chiassosi ed energici di quegli anni, a cavallo del '70, quando la deriva dell'assolo prende la strada dell'autocelebrazione e Bangs, da critico accorto figlio di buona donna, non solo ne era lucidamente cosapevole ma lo rimarcava costantemente col suo taglio critico decisamente schierato.

Quindi un maestro della divagazione, dell'off-topic si direbbe oggi ed è lui stesso a rendersene spesso conto.

Insomma, il defunto Lester, per quanto tratti del vecchio r'n'r, punk, rumorosità varie (perchè la purezza puritana del progressive la sfotte a suo piacimento) va letto anche da coloro che di altre fedi si nutrono, compreso l'ateismo elettronico moderno ; va letto perché questi son pezzi di letteratura pop, va letto perché ridimensionare i miti del rock fa bene alla salute mentale di ogni giovane ascoltatore (e perché no agli zombie di quarant'anni), va letto perché nell'era del political correct delle diverse arroganze nazionali un critico che dichiara di fumarsi una canna è preso come esempio di corruzione giovanile.

Bangs è stato un kalashnikov carico di lettere, noi possiamo e dobbiamo accontentarci di qualcuno di Blow up, non tutti, che qualche pistolettata nella giusta direzione la sa ancora tirare.

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Introduzione all'edizione italiana di Wu Ming 1

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