"L'Arte dei rumori" di Luigi Russolo -1913 , Testo fondamentale di cultura rumorista

Per chi non conoscesse un testo significativo per la musica che a molti di noi interessa, traduco in breve il contenuto del primo capitolo de "L'arte dei rumori" di Luigi Russolo, artista futurista, scritto nel 1913 e pubblicato in questa scansione dell'edizione milanese del 1916, scaricabile in lingua italiana da questo sito in .pdf:

http://www.eclectic.it/russolo/artofnoises.pdf

Russolo esordisce con la dedica al caro balilla Pratella, riportando l'intuizione della nuova "arte dei rumori" durante l'esecuzione orchestrale, in questo manifesto Futurista del 1913.
Lo scritto inizia con l'analisi dell'evoluzione del rumore che ci circonda, dal silenzio degli antichi all'apparire delle macchine della società industriale, ai limiti imposti dal definire precise strutture in ambito musicale, tra le quali rimane il sistema temperato equabile dominante nella nostra cultura musicale.
Questa evoluzione della musica è parallela al moltiplicarsi delle macchin.e

Al suono, svolto in forma orizzontale, si introduce la "perpendicolarità" dell'accordo, scoprendo l'accostamento dei suoni, dapprima secondo intervalli più consoni ad un facile approccio poi introducendo le dissonanze che dominano la musica contemporanea e l'avvicinarsi, dice Russolo, al "suono - rumore".
L'età moderna ci ha abituato a queste nuove espressioni musicali che ci circondano, Russolo ne coglie il significato e da appassionato al suono classico dei grandi afferma: ".ne siamo sazi e godiamo molto di più nel combinare idealmente dei suoni di tram, di motori a scoppio, di carrozze e di folle vocianti che nel riudire, ad esempio l'"Eroica" o la "Pastorale" . O ancora: "Conoscete voi spettacolo più ridicolo di venti uomini che s'accaniscono a raddoppiare il miagolio di un violino?" . Parlando delle orchestre: "Entriamo..in uno di questi ospedali di suoni anemici"..."si opera una miscela ripugnante formata dalla monotonia delle sensazioni e dalla cretinesca commozione religiosa degli ascoltatori buddisticamente ebbri di ripetere per la millesima volta la loro estasi più o meno snobistica o imparata" .
Russolo propone una teoria del rumore che ne permetta un utilizzo musicale e comincia con il riunire i rumori in 6 famiglie.


1: Rombi, tuoni, scoppi, scrosci, tonfi, boati.

2: Fischi, sibili, sbuffi.

3: Bisbigli, mormorii, borbotii, brusii, gorgoglii.

4: Stridori, scricchiolii, fruscii, ronzii, crepitii, stropiccii.

5: Rumori ottenuti a percussione su metalli, legni, pelli, pietre, terrecotte, ecc.

6: Voci di animali e di uomini (gridi, strilli, gemiti, urla, ululati, risate,rantoli, singhiozzi).


Ogni rumore ha un tono, talora anche un accordo che predomina nell'insieme delle sue vibrazioni irregolari.


Da qui la proposta di arricchire il suono strumentale delle orchestre, giunte all'uso delle dissonanze, con l'uso dei rumori, proponendo l'applicazione delle leggi dell'acustica per poterne modulare il tono e adattare il rumore a queste nuove esecuzioni.

"Così i motori e le macchine delle nostre città industriali potranno un giorno essere sapientemente intonati, in modo da fare di ogni officina un'inebriante orchestra di rumori" .

Il pensiero non può che rimandare a quelle sonorità che 65 anni dopo portano artisti a noi vicini, come Einsturzende Neubauten o Test Department, a rendere reale questa visione del futuro.


Si parlerà del suo "Intonarumori" in una prossima puntata sugli albori dell'elettronica. Purtroppo il folle strumento fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.


L'"Intonarumori"

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