Rumore di carta di Diego Curcio (Red@zione, 2007) 162 pag 15€

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Questa è la storia di fotocopiatrici della stazione sfasciate per il surriscaldamento, di inchiostro sbrodolato, di fogli distribuiti ai concerti, di disegnatori e attivisti in erba che volevano esprimere punti di vista alternativi all'informazione precostituita: la storia delle fanzine punk e HC italiane dal 1977 ad oggi. Diego Curcio compie un trentennale excursus del punk italiano e della sua attitudine DIY, dedicando le prime trenta pagine ad un veloce sguardo storico su quello che è stato il fenomeno in Italia, alle bands e ai luoghi in cui si espresse. Dopodichè in quattro capitoli temporali, si citano le fanzine dal '77 al '79, quelle degli Ottanta, dei Novanta e infine si dedica spazio anche alle webzines.

Quella che è considerata la prima punkzine italiana è Dudu, uscita sul finire del '77 in area milanese, un "foglio di agitazione dadaista" , trasformò poi il suo nome in Pogo, di cui uscirono in tutto 6 numeri influenzati da ciò che stava accadendo in Inghilterra. Sempre a Milano Rosso Veleno, forte della sua esperienza inglese, darà il via nel '79 a Xerox, che in una manciata di numeri iniziò a dare visibilità a bands italiane. Bologna sul finire degli anni Settanta era uno dei più fervidi laboratori creativi europei in un difficile periodo politico, personaggi come Rubini e Tinti, Radio Alice, lo stesso Dams, le fanzine Punkreas e Red Ronnie's Bazar. Nell'ambito del Great Complotto di Pordenone, da ricordare le fanze Spillon e Melody Maker, caratterizzate da autoreferenzialità verso la scena cittadina locale, inevitabile visto il mondo parallelo creato dai Naoniani. La peculiarità della ricerca di Curcio, è di citare quasi sempre il mese di uscita, il numero delle pagine e i contenuti delle fanzines, interpellando sovente gli stessi creatori.

Negli anni Ottanta sulla scia della nascita dell'HC e del forte impegno socio-politico punx, le fanze abbandonarono le modalità disimpegnate precedenti, l'attivismo dilagante porterà quasi ogni città ad avere delle uscite cartacee indipendenti. E' il momento d'oro dunque, fra le altre, di "Attack punkzine" di Helena Velena, TVOR in Lombardia, Nuove Dal Fronte e Skunkzine in Toscana per il GDHC, Punkanimazione, Musique Mecanique, Linea dritta, Disforia e altre decine sparse in tutta Italia. Le fanzine non avevano data di uscita regolare ma erano frutto di estemporaneità, spesso consumando la propria esperienza nel giro di poche uscite, a differenza di pubblicazioni come Rockerilla o Mucchio Selvaggio, contraddistinte da una più spiccata vena giornalistica.

Durante gli anni Novanta fino ad oggi, nonostante l'HC non sia scomparso, è' avvenuto un ritorno in auge di un punk dai forti connotati garage/rock, in un'atmosfera più "divertente" rispetto alla decade precedente. Il riflesso di ciò sono la creazione di fanzine più sdrammattizanti ma non per questo meno efficaci e puntuali nell'informazione, da AbBestia! a Non Ce N'è, da Parcodio a Bam!.
L'avvento di internet sposterà sul web parte delle attività, ma ci sono attivisti che preferiscono tutt'ora la carta. Tra le varie webzine, ricordiamo almeno Lovehate80 e Lamette.
Chiudono il libro, oltre ad una bibliografia, discografia e riferimenti webbici, quattro interviste per ogni periodo: a Johnny Greco di Le Silure D'europe, A Stiv Rottame di TVOR, ad Andrea Pomini di abBestia! e Matt e Jimmy di Troublezine.

"Rumore di carta", ha l'utilità di essere una sorta di indice smistatore che mette un pò di chiarezza e ordine all'universo punkzine italiano, un riferimento per eventuali approfondimenti verso le singole scene cittadine e rispettive fanze. E'anche una buona introduzione per neofiti al punk italiano in generale.


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