REBIS Periferiche (Tommaso Lisa) + RESET (Bad Sector) Old Europa Cafè 2005
Reviewed by Gilly_Sephira
Si preme il tasto play e insieme si entra nel libro, per dare inizio al melisma musica/versi - Bad Sector/Lisa, proposto dalla label Old Europa Cafè.
Si viene subito attaccati e svegliati dalla forza delle parole di Tommaso Lisa.
Fiumi, ruscelli, gocce d'acqua senza punteggiatura; il tempo dell'arte come scrittura automatica esaltata dal futurista Breton.
Troviamo pagine di coppie di lunghi distici da leggere ruotando il libro (o anche la testa) di 90°, in cui si scovano rimalmezzo e anche rime baciate, in apparente in ritardo e non sentite a causa della quantità di parole tra una e l'altra; il ritmo è soggettivo, da rileggere svariate volte per renderlo spezzato ad ogni parola o lasciar correre il flusso come viene e come è venuto.
Serie di settine composte da versi settenari spezzati in continuazione da esagerati enjambement che rendono il ritmo davvero frammentato; coppie di terzine unite da rime incatenate o baciate, che danno l'idea di essere sospesi su una superficie acquosa.
La quantità di figure retoriche è eccezionale, soprattutto per quanto riguarda l'ininterrotto e persistente gioco con le parole e soprattutto i suoni delle stesse; tra antitesi, sinestesie, allitterazioni, onomatopee, anastrofe, paronomasie, metonimie, catacresi, ripetizioni, personificazioni, asindeti…
Il linguaggio si trova su un livello colto, attenta ricerca a termini specifici.
Il quadro che nasce da questo immaginario è assolutamente metropolitano e postnucleare, in cui cambia il clima e le luci e le fumigazioni industriali colorano il cielo di viola, senza permettere una visione chiara delle stelle se non a pochi sprazzi.
Una realtà in decadenza e in collasso che non si ferma alla Terra, poiché Luna e Marte sono già conquistati e battuti dagli innumerevoli turisti sempre a caccia di nuovi paradisi ricostruiti.
Forte inquinamento favorito anche dalla scoperta e l'uso di nuove sostanze chimiche sempre più pericolose e fautrici di virus e di tumori, che a poco a poco diventano veri e propri mostri.
Sporcizia e rottami abbandonati nelle strade e nei porti.
Estinzione.
Controllo martellante e guerra sono ormai delle costanti, insieme alle relative manifestazioni rivoltanti e allo sfogo, che sia scappando come traveller o ballando tra droghe e luci a rave senza fine.
Gli occhi delle multinazionali monitorano il tutto a partire dalla martellante pubblicità di neon e ologrammi sospesa tra gli edifici della città.
Le tracce di Megrini calzano perfettamente sia a livello di struttura, che rispecchia perfettamente la frammentazione e il disagio futuristico espresso nei versi di Lisa, sia a livello di tempo, poiché quello di lettura e quello di ascolto possono perfettamente combaciare.
L'aiuto ottimo per stimolare la visualizzazione di questi scatti che sembrano visti dagli occhi di un replicante.
Le voci filtrate sono spezzate, rese mute da qualcosa che non vuole far completare il pensiero, arrivano da cubicoli bui sparsi qua e là nella metropoli, si sovrappongono tra un suono che calca sia il terreno minimale, sia quello ambientale.
Messaggio incomprensibile in uno stato di coscienza normale, poiché tocca una parte di noi che rimane celata alle apparenze, come il vibrare di formule barbare o la concentrazione su un sigillo che parla direttamente al “profondo”.
Le orecchie nella musica, gli occhi tra le parole e viceversa in mille modi; non si possono dividere le due cose. Il caos.