Let's spend the night together di Pamela Des Barres (Castelvecchi, 2007) 503 pag 18€
Reviewed by psychosis
La Des Barres, dopo il suo autobiografico "Io sto con la band", scrive un excursus del fenomeno groupie scavando nei ricordi di altre sue illustri colleghe. Figura messa all'indice dal femminismo dei 70s, la groupie in realtà non fu un oggetto sfruttato e succube delle rockstars maschili, ma una persona che partendo da una forte passione musicale, decideva di concedersi prima di tutto per il suo piacere e spasso, tenendo un profilo di complicità e supporto, intrattenendo con la rockstar rapporti duraturi e cerebrali, in alcuni casi sfocianti nel matrimonio. Esiste dunque una certa differenza da quell'accezione negativa che vorrebbe rappresentare la groupie nè più nè meno, come
una tipa "usa e getta".
L'età dell'oro in cui esplose questa epopea furono gli anni 60s in America da est a ovest, partendo da Elvis giungendo fino a Hendrix, Zappa, i gettonati Led Zeppelin e molti altri, anche non noti al grande pubblico, l'importante è che suonassero. Molte di queste ragazze continuarono la loro "attività" fin nei 70s, passando per l'hard rock e la wave, fino al ricambio generazionale di nuove leve degli anni Novanta. Il libro è anche una guida per intrufolarsi nei segreti del backstage e nella vita privata dei vari artisti, mettendone in luce vizi e virtù, aspetti intimi e personali che sfuggono a chi rimase alla visione esterna di lontani e inavvicinabili idoli su un palco.
Fra le decine di protagoniste, ricordiamo la prorompente Tura Stana che fu musa e svezzatrice per Elvis Presley, Cherry Vanilla, entrata nel giro di Andy Warhol, Michele Overman, una delle più belle hippie degli Stati Uniti, la rampante Lori Lightining, la moglie di Zappa Gail, e infine figura quasi mitologica, Cynthia Plaster Caster con il suo campionario di calchi fallici in gesso, con spassosi aneddoti sulle modalità di esecuzione di queste opere.
L'estrazione sociale di queste ragazze è sempre stata la più disparata, da situazioni di famiglia disastrose fino ad amene gioventù con genitori intellettualoidi, passando per ragazze madri o soventi problemi di droga. Nel libro vi sono parecchie foto d'epoca e contemporanee delle protagoniste che hanno un capitoletto ciascuna, con inevitabili collegamenti operativi tra una e l'altra.
Spunta pure una figura groupie maschile, Ian Wagner detto Pleather, del tutto speculare per intenti e attitudine alle sopracitate, trovò terreno fertile nell'esplosione di inizio anni novanta del rock femminile e del foxcore. In ogni caso, non fu affatto l'unico a fregiarsi di questo titolo.
Il libro della Des Barres si legge piacevolmente, a volte subentrano discorsi un pò da settimanale gossip in versione erotica, ma chiaramente non si tratta di un testo per austeri puristi musicali. Nel suo disimpegno, è però uno spaccato psico-sociologico e di costume piuttosto interessante che può aiutare ad integrare la conoscenza di certe vecchie rock bands fino a Cobain e a Manson, passando per vari capelloni heavy. Tutto sommato, il rock era un rituale, la groupie la sua sacerdotessa.
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