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3.1.3.Anarcha Femminism
Com'è noto la critica femminista ha sviluppato negli anni numerosissime idee e punti di vista alle volte anche piuttosto estremi. In questa sede ci limiteremo a passare in rassegna alcuni dei concetti maggiormente rilevanti nella cultura DiY per la quale è di fondamentale importanza l'eguaglianza fra i due sessi. Eguaglianza che viene dibattuta e ricercata sia all'interno sia all'esterno del movimento. Oggetto di maggiori critiche è la società nella quale si vive. Si analizzano le origini storiche e sociologiche del patriarcato così come le agenzie, fra le quali particolare ruolo hanno religione e nucleo familiare, che ne hanno favorito la perpetrazione nei secoli. Tale critica non può esulare dalle conquiste sociali che il movimento per i diritti delle donne, o sarebbe meglio definirlo per i diritti umani, ha ottenuto negli ultimi due, tre decenni. È bene comunque constatare che nonostante la donna abbia conquistato una elevata e progressiva indipendenza essa è tuttora soggetta alla "mercificazione" che ne fa la società dello spettacolo. Tale mercificazione viene vista come un fattore di enorme creazione e perpetrazione di istanze sessiste e discriminatorie che tendono a dare una rappresentazione dell'essere femminile come semplice oggetto di desiderio e basta. La perpetrazione del "bello a tutti i costi", mercato che sempre più si sta aprendo anche agli uomini, risponde anche agli interessi delle multinazionali che operano nel campo della cosmesi, del fitness e del benessere. Flashpoint è una fanzine statunitense la cui caratteristica principale è la monotematicità delle proprie uscite. Sul secondo numero, focalizzato appunto sulle tematiche legate al gender (il genere, il sesso), troviamo una interessante analisi delle dimensioni del peso dell'industria cosmetica. Industria che produce un giro d'affari stimato tra i 33 e i 50 bilioni di dollari l'anno. Soldi che potrebbero invece coprire ad esempio: 3 volte l'ammontare dell'assistenza sociale offerta dagli Stati Uniti, 2.000 cliniche sanitarie femminili, 75.000 festival artistici, cinematografici, letterari, musicali femminili, 50 università femminili, 1.000.000 di domestici e baby sitter ottimamente retribuiti, 33.000 centri di accoglienza per donne maltrattate, 200.000 furgoni per un trasporto notturno sicuro, 400.000 iscrizioni per 4 anni di università. "Pensate a quante cose positive potrebbero fare le donne con i soldi e il tempo spesi nel cercare di cambiare le forme del proprio corpo."
Alicia Non Grata è un membro del collettivo statunitense Profane Existence . Attraverso le pagine dell'omonima fanzine prodotta dal collettivo e con la pubblicazione di un libro di medicina alternativa per donne ( Take back your life: a wimmin's guide to alternative health care , Loin Cloth Press, ristampato in vari paesi e tradotto in più lingue) l'autrice affronta le connessioni fra industria cosmetica e farmaceutica e il corpo femminile, riproponendo metodi naturali come valido mezzo per sottrarsi a rischi ed effetti collaterali. Come già accennato nella controcultura si assiste spesso ad un abbandono dell'immagine stereotipata della donna per adottare look e stili di vita completamente diversi che ben vi si distanziano. C'è il rifiuto consapevole del consumismo, la moda e i vestiti di marca, così come il rifiuto di truccarsi, che per molte donne è anche un modo tra i tanti per evitare di supportare prodotti testati su animali. Lo stesso "look" fra i sessi si avvicina, smette di rispondere ai "cicli della moda" ed anzi segue lo stile tipico delle culture di resistenza fatto di vestiti di seconda mano, logori e pieni di toppe. I capelli si fanno arruffati, spesso a dreadlocks (i capelli rasta) o rasati. Fioccano piercing , tatuaggi, branding ed altre modificazioni corporee. "Com'è cambiato il mio rapporto con gli uomini? Non cerco più in loro protezione fraterna. Non desidero più attrarre gli uomini giusto per amore di tale protezione. Ora cerco nelle persone amicizia. Non invito più i loro sguardi vestendomi in una certa maniera o fingendo di non avere nulla da dire. Non permetto più che un uomo prenda decisioni che mi riguardano. Non credo immediatamente ad un uomo solo perché dimostra curiosità sulla mia vita. Mi sono aperta all'amore per altre donne. Sono una donna bisessuale e rifiuto la nozione secondo la quale sono diventata donna nel momento in cui ho perso la mia "verginità". Stronzate. La mia femminilità è la mia lotta per la libertà ." Gerry Hannah (o Gerry Useless) è uno dei membri fondatori del gruppo punk americano Subhumans attivo sin dagli anni Settanta. Egli è un attivo sostenitore dell'azione diretta e fornisce una interessante critica della visione antropocentrica della natura collegandola allo sfruttamento della donna. Secondo quello che viene definito come "Ecofemminismo" finché il sessismo sarà così radicato negli esseri umani, ogni sforzo diretto verso un cambiamento positivo della società potrebbe risultare vano.
L'individuazione, la critica e lo studio del sessismo viene anche fatta con riferimento alla propria comunità. In accordo con Craig O'Hara è da sottolineare che nonostante vi sia la presenza di alcuni individui sessisti all'interno della scena DiY punk, la loro presenza sia percentualmente estremamente inferiore rispetto alla società esterna. Craig O'Hara si riferisce principalmente al punk ma la sua affermazione può essere agevolmente estesa a tutto il movimento DiY. Attraverso una efficace educazione dell'individuo, basata sull'apprendimento e sul confronto di tematiche legate a entrambi i sessi, molti pregiudizi possono essere eliminati o "disimparati". Parte del processo di liberazione, infatti, passa attraverso il rifiuto di ruoli imposti e stereotipi. Tali ruoli vengono imposti all'individuo sin dalla nascita e vengono reiterati dal contesto sociale in cui cresce durante tutta l'adolescenza e l'età adulta. Accettare acriticamente e conformarsi al ruolo di donna sottomessa, o di maschio dominante, è un atteggiamento che suscita molta disapprovazione perché segno di inattività e debolezza. Non confrontandosi mai apertamente col proprio contesto sociale si sceglie, anche se indirettamente, di farne parte anziché combatterlo. Una corrente sviluppatasi in seno al femminismo che descrive appropriatamente le posizioni della cultura DiY è l' Anarcha feminism ". Il "femminismo anarchico" differisce dal femminismo "liberale" in quanto riconosce l'eguaglianza fra uomini e donne, combattendo di conseguenza ogni forma di oppressione e sfruttamento comprese alcune forme radicali di femminismo discriminante nei confronti degli uomini. "Non è solo il patriarcato che viene criticato e attaccato, come molte correnti femministe fanno. No! Anarchafeminism compie un altro importante passo, attaccando ogni forma di potere, controllo autoritario e repressione! Anarchafeminism dimostra chiaramente e sottolinea che non solo le donne soffrono della struttura patriarcale, ma anche gli uomini." Privati della possibilità di esprimere liberamente i propri sentimenti, condizionati da una società profondamente sessista e ignorante, l'uomo dotato di sensibilità e intelligenza prova "(.) un senso di vuoto, dolore e sconforto dovuto dalle costrizioni della tradizionale figura maschile. Ma ancor più importante, un numero crescente di uomini comincia a realizzare che siccome il sessismo ferisce le donne che amiamo, ferisce conseguentemente anche noi stessi."
Agli inizi degli anni Novanta nacque negli Stati Uniti il movimento Riot Grrrls formato da gruppi musicali punk esclusivamente femminili che ebbe un enorme impatto a livello mondiale, e fu oggetto anche di numerose polemiche, in un universo allora ancora prevalentemente maschile. Lo stesso nome, che agli inizi era Riot Girls , è una dichiarazione di intenti: Riot che significa sommossa, subbuglio e Grrrls che è un neologismo nato dall'unione della parola Girls , ragazze, e dal suono Grrr che è generalmente usato, soprattutto nei fumetti, per designare rabbia. "Preferisco pronunciarlo grrr , in quanto cambia il significato della parola e anche la percezione di quello che una "ragazza" è o potrebbe essere." Le "ragazze arrabbiate" ricevettero molta attenzione da parte della stampa musicale, e non solo. Attenzione che si focalizzò più sugli atteggiamenti estremi e provocatori piuttosto che analizzare le reali motivazioni ed esigenze del movimento. Attenzione che ne fece presto un nuovo "trend" fino al momento in cui, passata la moda e uscite di scena le persone coinvolte solo a livello superficiale, il movimento poté risprofondare nei meandri dell'underground. Nonostante critiche, incomprensioni e pregiudizi nei confronti del femminismo le Riot Grrrls riuscirono a imporre la propria radicale critica femminista, evidenziando come il sessismo fosse molto più radicato di quanto in realtà non si pensasse. Una questione che ancor oggi crea polemiche è quella che ruota attorno all'esigenza, sentita da molte donne attive in collettivi DiY e non, di incontrarsi in spazi dove gli uomini non abbiano accesso. Odio nei confronti degli uomini, sessismo e separatismo sono fra le accuse più comuni rivolte a tali spazi e, per estensione, al femminismo in generale.
I gruppi di discussione per sole donne rispondono alla fondamentale esigenza di poter discutere senza imbarazzo di argomenti anche estremamente delicati, come ad esempio stupri e violenze domestiche, in modo da poterli analizzare collettivamente senza pudori ed elaborare strategie di azione e reazione. Non sono quindi gruppi che promuovono separatismo ma al contrario lavorano per la creazione di un rapporto e una identità più sicura in mezzo alla società, uomini compresi. "Non penso sia sbagliato da parte tua chiedere cosa abbiamo discusso nel nostro gruppo femminile. Abbiamo una politica confidenziale, questo significa che non possiamo ripetere quello che hanno detto le singole persone, ma non che non possiamo parlare degli argomenti trattati. Abbiamo parlato di stupro, violenza domestica, sessismo a scuola e al lavoro, infatuazioni, relazioni, amicizie e della nostra scena. Abbiamo fatto una fanzine e dei volantini sulla violenza domestica. Siamo andate al bowling, (.) siamo uscite assieme come un grosso gruppo di ragazze per sentirci solidali. (.) non penso sia giusto per le donne rifiutarsi di parlare di questi argomenti con gli uomini, ma non penso nemmeno che una donna dovrebbe sentirsi in dovere di farlo. C'è una grossa differenza tra avere un gruppo per sole donne e rifiutarsi di parlare con gli uomini di sessismo. Nel migliore dei casi le donne dovrebbero fare entrambe le cose. E il gruppo di discussione per sole donne e cruciale nel guadagnare supporto e costruire la confidenza necessaria per parlare agli uomini di certi argomenti." Per il movimento DiY la totale liberazione dell'individuo passa anche attraverso il rifiuto dell'eterosessualità come unica forma di sessualità possibile. Omosessualità, bisessualità ed altre forme di sessualità "non allineata" rispondono ai desideri ed alle inclinazioni personali dell'individuo e come tali vanno rispettate e difese dalle aggressioni, verbali o fisiche che siano, dalla repressione e dall'ignoranza che condanna "(.) liberi individui ad una vita nell'ombra di una società razzista ed intollerante che vede nell'omologazione e nel profitto l'unica forma di conforto, sicurezza e controllo possibile. (.) La difesa dei diritti omosessuali non deve essere lasciata solo ai diretti interessati ma deve essere voluta, urlata, strappata coi denti da chiunque creda e voglia sentirsi libero. (.) Fino al giorno in cui la società affogherà in questo mare di intolleranze, che condizionano quotidianamente il nostro agire, nessuno potrà ritenersi realmente libero."
3.1.4. No Gods, No Masters
La progressiva laicizzazione dell'odierna società ha posto, negli ultimi anni, in secondo piano la critica alla struttura religiosa che comunque rimane costante. Capace di produrre cieco asservimento morale e materiale, da secoli sfruttata per imporre e legittimare il dominio su altri esseri viventi, la religione ha sempre ricevuto dure critiche da parte del movimento. Coniato nel 1914 dalla femminista anarchica Margaret Sanger, attraverso le pagine del suo giornale "The Woman Rebel" (la donna ribelle), lo slogan No Gods, No Masters (né dei, né padroni), tuttora molto usato, ci permette di introdurre la critica al capitalismo ed alla divisione del lavoro basato su strutture gerarchiche. Secondo l'ideale anarchico il lavoro, che dovrebbe essere finalizzato solo alla produzione di quello che è realmente necessario, dovrebbe essere organizzato collettivamente e principalmente rivolto ai bisogni della comunità nella quale l'individuo risiede in quel periodo. Tutti sono chiamati a contribuire in un clima di mutuo supporto e cooperazione in una società dove divisioni di classe e strutture gerarchiche non trovano posto. "I difensori delle attuali strutture st atali vorrebbero farci credere che non possiamo vivere senza di esse, ma il capitalismo è nato solo nel 1700 e molti dei moderni apparati statali non esistevano prima del 1800! (Esistono alcuni esempi di società dove.) per migliaia di anni le persone hanno vissuto in modo relativamente pacifico organizzandosi senza re, capi, burocrati, classi sociali e famiglie patriarcali. (.) Il capitalismo è una economia basata sulla coercizione del lavoro. La religione è una cultura basata sulla coercizione della stima individuale." Inoltre il lavoro, per come è organizzato nell'odierna società, viene visto come pratica di alienazione capace di privare l'individuo della maggior parte del proprio tempo libero, incanalandolo in logiche di produzione e consumo che lo distolgono dal coltivare i propri interessi e la propria personalità. Più volte si è sottolineato il carattere decisamente anticapitalista del movimento che riconosce nelle multinazionali, il cui unico scopo riconosciuto è il conseguimento di enormi profitti, la responsabilità diretta di numerose pratiche di sfruttamento, impoverimento e distruzione di esseri umani, animali e vegetali. "Il capitalismo è, infatti, uno dei sistemi economici tra i meno democratici che esistano. In una economia "democratica", ogni membro della società dovrebbe avere una eguale voce in capitolo su come le risorse vengono utilizzate e su come il lavoro è condotto. Ma nell'economia capitalista, dove le risorse sono tutte di proprietà privata e tutti competono per il loro possesso, molte risorse finiscono sotto il controllo di poche persone (oggi: multinazionali). (.) Alla fine, neanche loro sono realmente al potere in quanto non appena abbassano la guardia e smettono di cercare di rimanere in testa alla piramide, scivolano velocemente al gradino più basso insieme a tutti gli altri; questo implica che nessuno è realmente libero in un sistema capitalista: tutti sono ugualmente schiavi delle leggi della competizione."
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