CD Young Marble Giants - Colossal Youth (Domino, 1980-2007)
Il trio di Cardiff formato dai fratelli Stuart e Philip Moxham e dalla voce di Alison Statton è stato uno dei monumenti della new wave nonostante abbia all'attivo solo l'album Colossal Youth dell'80 e un paio di singoli, il tutto ristampato dalla Domino in 3 cd, contenenti inoltre la Peel Session alla BBC e "Salad Days", compila postuma con alternative-tracks e inediti.
La magia di Colossal Youth però dovrebbe essere riscoperta anche da tutto quel mondo indie-rock degli ultimi 15 anni che gli è debitore. Influenzato dal fratello maggiore Richard, dedito al rock dei 70s e 60s, Stuart Moxham fu il compositore e front-man della band che diede quella caratteristica impronta scarna al sound, chitarra usata solo in funzione ritmica, organo elettrico fanciullesco, una rudimentale drum machine auto-costruita e ring modulator. I fratelli Moxham disdegnavano l'uso melenso e sinfonico dei synths wave come gli appesantimenti arrangiativi, preferendo sempre una scrittura minimale suonata quasi lo-fi, intimissima e toccante, derivante da certa tradizione cantautorale-rock anglo-americana mischiata ad una stilizzata ma pungente matrice wave. Furono degne spalle dal vivo di colonne come Cabaret Voltaire e This Heat, diversi da loro certamente, ma dei quali rappresentavano l'umore contaminato più umano. Gli YMG erano però "pop" in maniera altissima, scrivendo pezzi calati nella contemporaneità post-punk, ma con influenze passate e intuizioni profetiche. La vocalist Statton, cantava con gaio pallore lunare, come se camminasse o fosse nella vasca da bagno, non una cantante nel senso stretto, era come la bambina della porta accanto con cui giocavi in giardino tra filastrocche, una voce pura e domestica, che riassume da sola l'atmosfera di quegli anni, decadente e sorridente come i cartoni animati delle orfane. Quel basso melodicamente strampalato, la chitarra sfuggente, armamentari analogici rudi ma dolci e quell'armonia dei brani da focolare casereccio genialoide, fanno di Colossal Youth un ponte fra epoche musicali, un modus operandi personale e anticipatore di tendenze seguenti. Un disco di colossale bellezza, eroicamente greco, come la copertina.
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