CD: Romina Daniele - Aisthànomai, il dramma della coscienza (RD, 2008)
Partiamo dalla fine, quando un pò ci si ritrova sull'orlo della scogliera a rotear le braccia, si può scivolare o provare a volare, combattuti e attratti da un canto delle sirene, ma il magnete mentale è vagante. La complessità della proposta di Romina Daniele si basa sulla sua raffinata ricerca vocale, un utilizzo della voce come strumento similare a una Diamanda Galas, ma c'è di più. Un reticolo, una spiccata multidiciplinarietà che tocca il teatro, la filosofia, l'estetica e un uso dell'elettronica improntato all'emozione cinematografica. Aisthànomai (dal greco "percezione") con i corposi testi e il suo taglio poliedrico è di fatto un'opera di teatro d'avanguardia. La Daniele si posiziona in confronto con l'ascoltatore stimolandolo, un suono che cattura e incide brividi sulla schiena con spasmi vocali tra ambientazioni tetramente lucenti, ritrovanosi immersi in una spirale testo-voce-musica che obbliga a fare i conti con noi stessi. Retrò e post sono due manichini presi, sbattuti e innestati, ma sarebbe fuorviante avventurarsi in descrizioni troppo soggettive, quello che è sicuro è che dall'incontro si esce spettinati dopo una dura lotta. Tecnicamente notevole è la padronanza vocale, nei timbri e nella gestualità espressiva che si immagina già visivamente dal solo suono, di pezzi versatili come "Sguardo (take2)" e la sua vecchietta un pò da Oz, un pò da sottoscala praghese, o "Poesis I", quest'ultima a braccio libero mentre sullo sfondo la scenografia è quasi un lynchiano Badalamenti. Musicalmente vige un'atmofsera alla G.P'Orridge, ma è anche la risultanza di un dark-ambient virato verso un'essenza non chiara e scrutabile da occhi ancora non pronti alla luce, un palcoscenico che può avere anche nei nostrani Teatro Satanico alcuni punti di contatto, mentre la voce personalissima e mutante fa propri infiniti stati d'animo. Aisthànomai è un'ottima opera di regia, sia bozzettistica che drammaturgicamente densa, richiedente all'ascoltatore di accettare la sfida e di non uscirne finchè sarà finita. Sussurri e grida.
rominadaniele
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